Rimini, morto caduto in piazza: "Si faccia chiarezza sul decesso di mio padre"

Parla il figlio di Attilio Gambetti. A stroncare il 78enne sarebbe stato un infarto, ma resta il mistero sulle cause

Attilio Gambetti, 78 anni, deceduto il 5 ottobre scorso dopo un ricovero di 7 giorni

Attilio Gambetti, 78 anni, deceduto il 5 ottobre scorso dopo un ricovero di 7 giorni

Rimini, 14 ottobre 2021 - «Non siamo mai entrati in polemica con nessuno e non vogliamo di certo farlo ora. Ci auguriamo solo che si faccia chiarezza sulle cause di questo decesso, anche per una questione di rispetto verso nostro padre. Non sappiamo se ci siano dei responsabili, ma se dovessero esserci il compito di individuarli spetta unicamente alle autorità competenti, nelle quali abbiamo piena fiducia". Sono le parole di Alberto, figlio di Attilio Gambetti, il pensionato di 78 anni, ex consulente di marketing, scomparso il 5 ottobre scorso, dopo sette giorni di agonia, a seguito della caduta avvenuta da uno scalino della nuova piazza Malatesta mentre era in sella alla sua bicicletta, il 28 settembre scorso. La procura di Rimini, che indaga sul decesso, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti, disponendo un’autopsia sul corpo del pensionato.

L’inchiesta è affidata al pubblico ministero Paolo Gengarelli. L’esame autoptico, al quale ha preso parte anche un consulente di parte nominato dalla famiglia, si è svolto nella giornata di martedì e gli esiti sono stati comunicati agli inquirenti, anche se per il momento gli esperti non si sono sbilanciati sulle cause legate alla scomparsa dell’uomo. Non si esclude che il decesso sia avvenuto per le complicazioni derivanti da un infarto, ma resta da capire se quest’ultimo sia stato provocato dal trauma della caduta o al contrario sia stato contestuale all’incidente e quindi generato da un quadro clinico pregresso. Un nodo da sciogliere e per il quale potrebbe volerci ancora del tempo. Nel cadere sul pavimento di una delle nuove vasche di piazza Malatesta, l’uomo aveva riportato una frattura delle prime due vertebre cervicali (ovvero si era rotto l’osso del collo). Per alcuni minuti, a causa dello shock dell’incidente, sarebbe rimasto senza ossigeno, prima di essere definitivamente rianimato dai sanitari del 118, che gli avevano somministrato quattro fiale di adrenalina.

La famiglia, assistita dall’avvocato Andrea Pellegrini del foro di Reggio Emilia (Gambetti abitava nella città emiliana, pur avendo un appartamento a Rimini, città in cui aveva trascorso la giovinezza e nella quale tornava periodicamente), si è sempre tenuta al largo da polemiche strumentali, pur evidenziando comunque alcune circostanze, come la scarsa illuminazione, il mancato transennamento del gradone, il fatto che nello stesso giorno anche un’altra persona fosse rimasta coinvolta in una caduta e il "successiva alterazione dello stato dei luoghi", ovvero il posizionamento di barriere e cartelli di pericolo all’indomani della caduta. I funerali sono stati organizzati per sabato alle 11 nella chiesa di Sant’Alberto di Reggio Emilia.