Omicidio Rimini, il nipote di Galileo Landicho: "Perché l’assassino ha scelto mio zio?"

"Non era una persona che si metteva nei guai, era mite e tranquillo"

Galileo Landicho, 74 anni, è stato ucciso domenica sera davanti alla stazione

Galileo Landicho, 74 anni, è stato ucciso domenica sera davanti alla stazione

Rimini, 24 novembre 2021 - Si erano incontrati una settimana fa a Milano. Aileen Canedo non sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui vedeva suo zio, Galileo Landicho, che domenica scorsa è morto dissanguato alla fermata dell’autobus davanti alla stazione dei treni di Rimini, dopo essere stato accoltellato alle spalle da uno sconosciuto a cui la Squadra mobile sta ora dando la caccia. "Mio zio era un uomo dal temperamento mite, un gran chiacchierone, uno di quelli che ti tengono compagnia. Questa vicenda per noi è del tutto inspiegabile: ancora non riusciamo a comprendere come sia potuto accadere un fatto del genere. Quando mi hanno comunicato la notizia, ho dovuta farmela ripetere varie volte, perché mi pareva impossibile".

Galileo Landicho, 74 anni, è stato ucciso domenica sera davanti alla stazione
Galileo Landicho, 74 anni, è stato ucciso domenica sera davanti alla stazione

Quando lo ha visto per l’ultima volta? "Una settimana fa era venuto a trovarci. Io e la mia famiglia abitiamo a Milano. Abbiamo parenti sparsi per tutta Italia e Galileo andava spesso a fargli visita. Gli piaceva mantenere i contatti, non voleva che ci perdessimo di vista anche se abitiamo a centinaia di chilometri di distanza".

Che idea vi siete fatti del delitto? "Sinceramente in questo momento non sappiamo davvero cosa pensare. Ci affidiamo totalmente agli investigatori. Non riusciamo a capire perché, con tutte le persone che ci sono a quell’ora in stazione, l’assassino abbia scelto proprio lui"

Credete che qualcuno potesse avere dei motivi di risentimento verso vostro zio, tanto da compiere un gesto come quello? "No, non credo che Galileo avesse dei nemici. Conduceva una vita riservata, dedita al lavoro, frequentava solo i suoi connazionali filippini. A Rimini c’è una piccola comunità e le frequentazioni di mio zio erano limitate a quella. Non era di quelle persone che tendono a mettersi nei guai, anzi se possibile li evitava".

Qual è la richiesta della famiglia? "Stiamo aspettando che la Polizia ci dia il via libera per poter vedere il corpo. Vorremmo fare un funerale in Italia e poi riportare Galileo nel suo paese d’origine, le Filippine, e lì seppellirlo. Crediamo che anche lui avrebbe voluto così. Aveva lasciato il suo paese ormai più di trent’anni e da allora non vi aveva più fatto ritorno, nemmeno una volta. Ci auguriamo anche che le indagini possano procedere in fretta e che l’assassino di mio zio venga assicurato alla giustizia e paghi per quello che fatto".

Qual è il ricordo di suo zio che porterà con sé? "Quello di un uomo generoso, che a più di settant’anni continuava a lavorare duramente e a mandare soldi ai suoi famigliari nelle Filippine".

Qual è stata l’ultima cosa che le ha detto? "Ha detto che dovevo prendermi cura di me stessa e badare alla mia famiglia".