
La consolle del Peter Pan, il locale simbolo della Riviera
Ormai è diventato un’istituzione, come il palco in piazzale Roma e il nuotatore nella fontana del Palazzo del turismo. Il Peter Pan esisteva quando molti di quelli che calcano oggi la sua pista non erano ancora nati. La discoteca (misanese solo per pochi metri) è uno dei simboli della Riviera. E’ sopravvissuta alle mode, alle mamme anti-rock, alla crisi della notte, all’avvento del chirinquito. Come ha fatto? Adattandosi all’ambiente circostante come i camaleonti.
Da qualche settimana il Peter Pan ha riaperto i battenti e ha cambiato ancora pelle. "Abbiamo spostato la consolle e allestito un ampio backstage – spiega Patrick Orlandi, uno dei soci del locale – Creare spazi esclusivi all’interno dei club: è una tendenza che funziona da qualche anno". Vip per una notte. Sotto i riflettori. Orlandi invece non li ama i riflettori, preferisce da sempre stare dietro le quinte, ma la sua esperienza in quello che veniva chiamato il mondo della notte ne fa uno dei più attenti osservatori del settore. "Per capire come è cambiato il mondo dei locali – continua – dobbiamo pensare a cosa accadeva negli anni del boom delle disco. Allora non c’era questo....", dice indicando lo smartphone sul tavolo. "Se cercavi una ragazza che ti piaceva facevi il giro dei locali. Ora è tutto qui, sullo schermo, nei contatti. Attraverso le applicazioni sei ovunque e in tempo reale. Poi ci sono altri fattori che hanno inciso: la crisi economica, la stretta sul consumo di alcol per chi guida". Nonostante questo il Peter Pan ha resistito ed è l’unico locale della collina che ogni fine settimane propone musica e party.
"Il venerdì invernale è riservato agli eventi tematici - racconta Orlandi – tipo ’Tutta Riccione’, uno degli appuntamenti più seguiti. Il sabato è Vida loca. D’estate, diciamo a partire da Pasqua, puntiamo sui dj internazionali, come accade alla Villa delle rose, l’altro nostro locale con il Matis di Bologna. Questa programmazione mirata ci permette di offrire un servizio in maniera continuativa, cosa che ormai non fa più nessuno".
Perché l’industria dei decibel da ha smesso da un pezzo di essere una miniera d’oro. Restare sul mercato, senza naufragare, è una prova di resistenza. Eppure anche la scorsa estate ha dimostrato che la disco non è morta. Anzi. Lotta e balla insieme a noi.