Redditi, Rimini ultima in Romagna "Il lavoro è ancora troppo precario"

I dati del Mef: tutti i comuni della provincia sotto la media italiana, il capoluogo si ferma a poco più di 19.800 euro

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Rimini è la più ricca – si fa per dire – con un reddito medio di 19.832 euro. Seguono Santarcangelo e Montegridolfo, di poco staccate. In coda alla classifica c’è Casteldelci: appena 13.137 euro. Sono i dati pubblicati dal ministero dell’Economia e delle Finanze relativi alle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche (Irpef) presentate nel 2021, riferite all’anno di imposta 2020. L’istantanea che emerge dai numeri è quella di una provincia con notevoli differenze tra i territori. Rispetto al 2017, il reddito medio è aumentato (si parla di cifre lorde): in tre anni Rimini è passata da 18.193 euro a poco meno di 20mila (superando Montegridolfo), Riccione da 17.609 a 19.252 (quarta nella classifica provinciale). Questa è la buona notizia, mentre la cattiva è che tutti i comuni della provincia sono sotto la media italiana di 21.570 euro. Non solo: Rimini è da tempo il fanalino di coda in Romagna, come testimonia anche il report della Camera di commercio (relativo al 2019) secondo cui Forlì e Cesena sono sopra i 22mila euro. Ravenna, nello stesso periodo, si attesta a oltre 21mila. "La provincia di Rimini – conferma Francesco Marinelli, segretario generale della Cisl Romagna – risulta ancora quella con i redditi più bassi in Romagna. Ciò è dovuto al fatto che la sua economia è fondata su settori, come il turismo ed il commercio, che sono fortemente stagionalizzati: questo porta a un’offerta di lavoro precario, che determina redditi inferiori rispetto a province che offrono lavori più stabili e duraturi".

Rimini conta, nel 2021, oltre 35.500 dichiarazioni sotto i 10mila euro. "Per il rilancio dei redditi dei cittadini riminesi – continua Marinelli – serve una strategia turistica che diminuisca la stagionalità e che riesca a garantire un’offerta turistica tutto l’anno. Ma soprattutto serve un’alleanza forte tra lavoratori, sindacati, aziende e Istituzioni per progettare insieme un piano di investimenti in Romagna, adeguato a una robusta politica industriale, che possa creare una offerta di lavoro che sia di qualità, dal maggiore valore aggiunto e che valorizzi le specifiche vocazioni industriali di ogni territorio".

Giuseppe Catapano