Strage di Cutro, Rimini: "Accogliamo le salme"

Il sindaco Sadegholvaad scrive al prefetto di Crotone: "Siamo pronti a seppellire le vittime anche nel nostro cimitero di San Martino Montelabbate"

Rimini, 9 marzo 2023 – Rimini città dell’inclusione. Rimini città solidale, anche di fronte a una tragedia che ha lasciato tutti sgomenti. Rimini stavolta c’è. La conferma arriva dal sindaco, Jamil Sadegholvaad, che con un post su Facebook ha annunciato "di aver scritto alla Prefettura di Crotone per offrire la disponibilità della nostra città ad accogliere le salme di alcune delle vittime del naufragio di Cutro. Un gesto di supporto concreto nei confronti delle famiglie degli oltre settanta bambini, donne, uomini che hanno perso la vita al termine di un viaggio della speranza trasformato in un dramma che non può lasciare indifferenti".

Proprio ieri, il Viminale ha disposto il trasferimento delle salme al cimitero musulmano di Bologna a cui però si sono opposti i familiari delle vittime. La scelta infatti ha colto di sorpresa i parenti di alcune delle 71 vittime della strage di migranti avvenuta il 26 febbraio scorso davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro (Crotone), alle quali va ad aggiungersi un numero ancora imprecisato di dispersi. Mentre nel Paese infuria la polemica attorno alla macchina dei soccorsi e attorno alle dichiarazioni del ministro dell’Interno Matteo Piantendosi, Rimini ha voluto mandare un segnale forte, attraverso le parole del primo cittadino.

“Così come stanno facendo altre città in Italia come Mantova, Bologna e Ravenna – scrive Sadegholvaad su Facebook – abbiamo scelto di dare il nostro contributo per garantire una degna sepoltura alle vittime, mettendo a disposizione alcuni spazi nel cimitero musulmano di San Martino Montelabbate. In tutta la Calabria infatti, l’unica area cimiteriale per fedeli di religione musulmana è satura. Credo – aggiunge il sindaco – sia il minimo che possiamo fare, a fronte di una tragedia che chiama in causa tutti". Anche il vescovo di Rimini, monsignor Nicolò Anselmi, nei giorni scorsi dedicato alla strage di Cutro parole vibranti, piangendo la scomparsa di "decine di persone morte affogate: donne, bambini, neonati, uomini, giovani, provenienti dall’Afghanistan, dal Senegal, dalla Siria, dall’Iran, dal Pakistan. Fratelli e sorelle in fuga da situazioni diverse fra loro ma ugualmente invivibili, insopportabili, alla ricerca di situazioni normali, sicure. Io stesso mi chiedo in che modo queste vittime della disperazione hanno a che vedere con la mia vita e la nostra città. In queste mie prime settimane romagnole ho potuto sperimentare che la capacità di accoglienza turistica del nostro territorio è anche accoglienza fraterna, soprattutto per chi è in difficoltà".