
Andrea De Crescentini con Oliviero Toscani, in alto con una foto di Monica Bellucci
Andrea De Crescentini abita a Cattolica, è un ex funzionario di banca e figura di spicco della politica locale, avendo ricoperto il ruolo di assessore al turismo a Gradara e Urbino. Con una profonda conoscenza del territorio e una visione strategica per il futuro anche della Romagna, De Crescentini è noto per il suo approccio pratico e la capacità di connettersi con le persone. Appassionato di cultura e innovazione, ha collaborato a progetti di successo come il documentario “Fiorucci Free Spirit“ su Netflix. Tra i suoi legami più significativi spicca l’amicizia con il celebre fotografo Oliviero Toscani, recentemente scomparso, con cui ha condiviso momenti e aneddoti indimenticabili.
Andrea De Crescentini, lei ha avuto l’onore di conoscere da vicino Oliviero Toscani. Com’è nata questa amicizia?
"Tutto è iniziato quasi per caso. Oliviero era stato invitato a un evento culturale a Gradara, dove ero assessore al turismo. Rimasi colpito dalla sua energia e dalla sua capacità di vedere il mondo in un modo unico. Da quel momento è iniziato un rapporto fatto di scambi profondi, aneddoti indimenticabili e una grande stima reciproca".
Qual è il ricordo più bello?
"Uno dei più significativi è legato al suo ottantesimo compleanno. Gli organizzammo una festa a sorpresa in cui tutti indossavamo maschere con il suo volto. La sua reazione fu impagabile, una miscela di stupore e divertimento. E poi la torta, che era grandiosa, proprio come lui. Ma il vero regalo lo fece lui a me: una foto autografata di Monica Bellucci, giovanissima, con una dedica speciale".
Com’era Oliviero Toscani lontano dai riflettori?
"Era un osservatore instancabile. Ricordo che una volta mi disse che sua moglie non capiva come potesse “lavorare” stando affacciato al balcone. Ma quello era il suo ufficio: guardava il mondo, ne coglieva l’essenza, e da lì traeva ispirazione per la sua arte".
Lei ha lavorato anche a un progetto legato a Elio Fiorucci, amico di Toscani. Cosa può raccontarci di quel legame?
"Oliviero e Elio erano due anime affini, legati da una creatività senza confini. Mi raccontava spesso dello store di Fiorucci a New York, dove tutto accadeva: artisti, creativi, talenti emergenti. Mi parlò di Madonna, fotografata per la prima volta quando era ancora sconosciuta".
Toscani aveva un legame speciale con il nostro territorio?
"Apprezzava la bellezza discreta delle Marche e l’energia vibrante della Romagna. Diceva che la Romagna aveva un’identità forte, ma mancava uno slogan che la rappresentasse al meglio. Lui avrebbe proposto: “I migliori siamo noi”. Era una frase semplice, diretta, piena di orgoglio e in linea con il suo spirito".
Parlando di amministrazione e turismo, lei ha ricoperto ruoli importanti in diversi comuni. Qual è la sua visione per il futuro della Romagna?
"La differenza, nelle amministrazioni, la fanno le persone. Non tutti possono fare tutto, e spesso i sindaci si chiudono nelle loro stanze, perdendo il contatto con la realtà. Bisogna uscire, ascoltare e rispondere ai problemi della gente. In Romagna non possiamo vivere solo di eventi: servono servizi efficienti per i cittadini e una visione d’insieme. Dobbiamo pensare come una grande squadra, partecipare alle fiere europee, mondiali con un brand unico. La Romagna, per me, è una grande baia del sole, come la Costa Brava in Spagna".
Tornerà mai in politica?
"Non lo so, dipenderà dalle proposte. È una decisione che richiede riflessione e passione".
Cosa le ha insegnato Oliviero Toscani?
"La curiosità. Oliviero non smetteva mai di osservare il mondo con occhi nuovi. Mi ha insegnato che per creare qualcosa di unico bisogna vivere intensamente e cogliere l’essenza di ogni cosa. Questo è il suo lascito più grande, e cerco di portarlo con me ogni giorno".
Carlo Cavriani