Traffico di anabolizzanti dalla Cina. Scoperta la ’fabbrica’ del doping, nei guai allenatori e bodybuilder

Operazione dei Nas tra San Marino e Italia: tre persone arrestate e 700mila compresse sequestrate. Dal Titano partivano le spedizini di nandrolone, steroidi e farmaci per la disfunzione erettile.

Traffico di anabolizzanti dalla Cina. Scoperta la ’fabbrica’ del doping, nei guai allenatori e bodybuilder

Traffico di anabolizzanti dalla Cina. Scoperta la ’fabbrica’ del doping, nei guai allenatori e bodybuilder

Nandrolone, boldenone, stanozolo. Composti chimici anabolizzanti destinati a culturisti e palestrati per avere muscoli d’acciaio e pettorali scolpiti. Doping per alterare le prestazioni, sentirsi più forti e ottenere performance migliori. Ma anche antiestrogeni, come il tamoxifene e il clomifene. Efedrina per ridurre l’affaticamento e aumentare l’aggressività. E poi una vera e propria ‘bomba’ chimica, un mix di Viagra e Cialis per curare la disfunzione erettile. Sostanze proibite, al centro di una triangolazione tra Cina, San Marino e Italia. Smantellata dai Nas una rete specializzata in sostanze dopanti proibitissime e messe al bando dal Ministero della Salute. Il gip Vinicio Cantarini ha emesso 11 misure cautelari all’esito di indagini coordinate dal pm Davide Ercolani e svolte dal nucleo operativo dei Nas di Roma, con la collaborazione della Gendarmeria sammarinese. Nei guai professionisti del fitness e della nutrizione, gestori di palestre e negozi: devono rispondere a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze dopanti, importazione dall’estero di sostanze dannose per la salute pubblica, ed autoriciclaggio. Tre gli arrestati: si tratta dell’ex bodybuilder sammarinese Manuel Grandoni, 37 anni, della moglie Beatrice Astolfi, 31 anni, italiana ma residente sul Titano, e di un altro sammarinese, Marco Giannoni, di 43 anni. Tra gli indagati anche due riminesi, di 50 e 33 anni. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, le polveri (contenenti i principi attivi farmacologici) venivano importate dalla Cina, ritirate in un punto recapito di Rimini e poi portate a San Marino. Un sistema collaudato che aveva vacillato nel giugno del 2021, quando i carabinieri, grazie ad una segnalazione dell’Agenzia delle Dogane, erano riusciti ad intercettare una maxi - partita di nandrolone in polvere, arrestando un impiegato riminese trovato con 2,8 chili di prodotti illeciti. Capita l’aria che tirava, gli indagati avevano quindi deciso di farsi furbi trasferendo altrove il laboratorio clandestino. Grazie ad un ‘aggancio’ con un 37enne campano, era stato trovato il posto perfetto: la campagna di Perdifumo, in provincia di Salerno. Qui le materie prime importate venivano lavorate, pressate, ridotte in compresse o capsule, confezionate in flaconi o fiale con tanto di etichette e poi spedite nuovamente a San Marino. Sul Titano, i prodotti erano stoccati in un magazzino di Chiesanuova che, secondo gli investigatori, sarebbe stato nelle disponibilità di Grandoni. Quest’ultimo era già finito nei guai nel novembre del 2022, a seguito di un blitz della Gendarmeria. Da San Marino, stando alla ricostruzione degli inquirenti, sarebbe partito un fiorentissimo business destinato ad una clientela ristretta e fidelizzzata: ricevuti gli ordini, i pacchi con la merce viaggiavano per il tramite di corrieri espresso totalmente ignari di tutto verso venditori locali. Sequestrate 1.200 fiale di nandrolone, 20 kg di efedrina, 400 kg di principi attivi per la produzione di anabolizzanti, steroidi e ormoni della crescita, oltre a 700mila compresse già confezionate e pronte per la vendita.

Lorenzo Muccioli