REDAZIONE RIMINI

Trasporti, frode fiscale. Sequestrati tre milioni

Denunciati cinque imprenditori che agivano tra la Riviera e la Puglia .

Indagini della Guardia di Finanza

Indagini della Guardia di Finanza

Ai finanzieri è bastato controllare le ‘carte’ per capire che c’era qualcosa che non andava. Troppe le anomalie nei conti di cinque aziende operanti nel settore dei trasporti e che aveva la loro base operativa proprio in provincia di Rimini. Sotto la lente di ingrandimento delle Fiamme Gialle sono finite fatture inesistenti per oltre 4 milioni di euro e un intricato sistema fatto di società comodo e società ‘fantasma’, teste di legno e prestanomi nullatenenti. Un sistema che nel corso del tempo avrebbe alimentato un’evasione fiscale milionaria al centro di un’inchiesta condotta dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Rimini e dai militari del gruppo Tutela Finanza Pubblica. L’operazione è culminata con il sequestro preventivo di beni mobiliari e immobiliari per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro. I sequestri hanno riguardato cinque società operanti nel settore dei trasporti su strada, nonché conti correnti e otto immobili sparsi tra Manfredonia, in provincia di Foggia, Rimini, Morciano di Romagna e Saludecio. Frode fiscale, distruzione delle scritture contabili e dichiarazione infedele: queste le ipotesi contestate, a vario titolo, a 5 imprenditori tra i 40 e i 60 anni orbitanti tra la Romagna e la Puglia che sono stati denunciati dalle Fiamme Gialle. Le società finite nel mirino operavano in tutta Italia, dalla provincia di Foggia fino a quella di Trento. Il quartier generale però si trovava proprio in provincia di Rimini: lì si trovano gli uffici, la base logistica e il magazzino, lì si trovano i furgoni e i camion utilizzati per le consegne e da lì partivano molte delle spedizioni dirette in tutta Italia. Le indagini hanno svelato un sistema fraudolento particolarmente complesso, strutturato attraverso l’utilizzo di società di comodo ("shell companies"), prestanomi nullatenenti e indirizzi aziendali fittizi. Un complesso meccanismo che aveva come obiettivo quello di eludere il Fisco e nascondere le tracce dei profitti illeciti accumulati. Le indagini di polizia giudiziaria hanno consentito di costruire un quadro probatorio solido, delineando chiaramente le ramificazioni della frode. Le indagini, avviate sulla base di informazioni di intelligence e di approfondite verifiche nelle banche dati, hanno richiesto l’impiego di diverse unità operative della Guardia di Finanza, che hanno condotto complesse verifiche fiscali.