"Truffe online, reputazione del Paese a rischio"

L’Unione consumatori punta ancora il dito contro le aziende che vendono senza rispettare la legge

"Truffe online, reputazione del Paese a rischio"

"Truffe online, reputazione del Paese a rischio"

"Le vendite on line non conformi stanno gettando su San Marino più di qualche ombra". E’ l’Unione consumatori sammarinesi a tornare sulla questione. Questione non nuova sul Titano e più volte sottolineata dall’Assoconsumatori. "Non vi è dubbio che San Marino è un luogo dove si deve fare impresa in maniera rigorosa – dicono da Ucs – Lo testimoniano i contratti con valenza erga-omnes e l’evoluzione delle normative in materia di

lavoro. Tanti sono i passi ancora da fare ma tanti sono anche quelli compiuti. Purtroppo però alcuni fenomeni distorsivi ci sono, ed è per questo che serve dunque più determinazione nell’unire le forze per contrastarli perché stanno gettando su San Marino più di qualche ombra". Chiaro il riferimento alle vendite on line. "Parliamo per l’ennesima volta di quelle di ditte che vendono on-line, senza tuttavia rispettare i requisiti contemplati dalla legge – va al punto Ucs a difesa dei consumatori – Chi compra da queste società spesso si ritrova con prodotti diversi da quelli pubblicizzati e nel momento in cui tenta di richiedere il recesso scopre che non è più possibile mettersi sulle tracce del venditore. Non è plausibile che non si trovino il numero di telefono, l’indirizzo, quindi i dati identificativi certi di queste ditte per far valere il proprio diritto al recesso contemplato da tutte le norme di riferimento europee, italiane e sammarinesi".

Forze dell’ordine, attività limitrofe a quelle di chi si fa di nebbia dopo aver venduto e Assoconsumatori, ricevono un’infinità di telefonate da persone che rivogliono i propri soldi indietro. "Come Ucs abbiamo dato assistenza a tantissimi consumatori, molti dei quali italiani – raccontano – Il problema, tuttavia, va gestito in maniera corale e fa piacere che le istituzioni abbiano deciso di incontrarci per studiare una strategia comune, ma è altrettanto importante trovare soluzioni che non gravino ulteriormente sulle tasche dei consumatori andando a sanare e verificare, mettendo gli uffici preposti della Pa nelle condizioni di farlo, tutte quelle mancanze che solo in extrema ratio potrebbero sfociare in azioni legali quali ad esempio la class-action da parte delle Assoconsumatori".

Ucs ricorda che "il decreto delegato in materia di Consumo ha fatto passi in avanti rispetto al ‘quasi nulla’ che c’era prima. Ma al contempo, va ricordato anche che nessun tipo di contributo, che potrebbe servire a promuovere azioni legali senza gravare sui vonsumatori, è stato minimamente contemplato in tale norma".