REDAZIONE RIMINI

Un altro albergo sociale per chi è senza casa

Stanziati 362mila euro per trovare una struttura adeguata: dovrà avere almeno venti camere

Aumentano i nuovi poveri. Per questo si allunga di altri tre anni il progetto dell’albergo sociale a Rimini. Stanziati 362mila euro dal distretto sanitario di Rimini per l’avvio di un bando, ovvero un "procedimento di istruttoria pubblica", che porti a individuare un ’nuovo’ albergo sociale, dal primo giugno prossimo al 31 dicembre del 2024. A oggi sono due gli alberghi sociali: uno nella casa per ferie Stella Maris di Marebello, che è gestito dalla Papa Giovanni XXIIII, l’altro nella locanda degli Angeli di Torre Pedrera, presa in affitto a fine 2020 dalla stessa Caritas per tre anni. La nuova struttura dovrà avere venti stanze, con capienza differenziata, che ospiteranno nuclei familiari individuati dai servizi sociali territoriali del distretto di Rimini. Alle famiglie sarà affiancato un team di professionisti "impegnato nella costruzione di appositi percorsi di crescita, formazione e orientamento", che le portino "verso la piena autonomia".

A chi è rivolta l’iniziativa? "Generalmente, si tratta di persone in forte difficoltà che rischiano di vivere in strada o che vivono in dormitori o in strutture su cui grava il provvedimento di sfratto", spiega in una nota Palazzo Garampi. Persone "che sono impossibilitate a provvedere al reperimento o al mantenimento di un’abitazione". L’albergo sociale è una realtà innovativa che nel corso degli anni ha dimostrato di funzionare bene. Ospitando anche padri e madri separati con figli, persone finite sul lastrico dopo la separazione dal coniuge.

Ora il rilancio dell’iniziativa, anche alla luce "dell’aggravarsi della situazione economica generale e della precarizzazione dei rapporti di lavoro, a cui si aggiunge una contrazione dell’offerta di mercato". L’inserimento avrà durata di tre mesi (prorogabili), considerato "un tempo utile per la risoluzione delle problematiche che hanno determinato la condizione di fragilità e, di conseguenza, l’esigenza immediata di un alloggio". "L’albergo sociale è ormai un architrave del nostro welfare – spiega l’assessore alla protezione sociale Kristian Gianfreda – Una realtà fondamentale in grado di agire sia sulla prevenzione sia sulla risposta immediata a casi di povertà estrema. Una persona può ripartire e riscattarsi da una situazione di disagio economico se è messa nelle condizioni di poterlo fare, e la prima condizione è proprio quella di avere un tetto, un posto dove stare, dove dormire, lavarsi, essere ascoltati e cominciare a ricostruire un nuovo futuro. Senza una casa tutto questo è impossibile...". "L’albergo sociale – conclude – è il primo tassello necessario, ma non esaustivo, degli interventi nell’ambito delle politiche abitative. Il prossimo passo sarà intervenire sul mercato immobiliare privato, per facilitare l’accesso a chi lavora ma non è in possesso di garanzie".

Mario Gradara