Michelin 2022, Valerio Braschi: "Ora punto alla stella"

Da Masterchef all’ingresso nella prestigiosa guida rossa: "Ci divertiamo in cucina e sorprendiamo nei piatti"

Valerio Braschi, vincitore di Masterchef è stato nominato nella Guida Michelin 2022

Valerio Braschi, vincitore di Masterchef è stato nominato nella Guida Michelin 2022

Rimini, 25 novembre 2021 - Le sue lasagne in tubetto, servite come un dentifricio (con collutorio al brodo di parmigiano), fanno ancora arrabbiare i puristi. "Ha osato anche di più per altri piatti", sorride Valerio Braschi. Il giovane cuoco di Santarcangelo vincitore di Masterchef nel 2017, da due anni gestisce il ristorante 1978 a Roma e fa parlare di sé non solo per i piatti arditi. Il suo locale è entrato per la prima volta nella prestigiosa guida Michelin. E la guida del Gambero rosso ha assegnato al locale di Braschi ben 2 forchette, e un premio speciale allo chef.

Valerio Braschi nominato "giovane chef dell’anno"

Quanto contano questi riconoscimenti, per uno come lei capace di stupire tutti e vincere Masterchef? "I premi non sono tutto, ma aiutano. Perché sono la dimostrazione che stiamo lavorando bene. Non è stato facile, in mezzo alla pandemia, alle tante restrizioni che abbiamo dovuto subire. Il nostro locale, non avendo il dehor, è riaperto solo da giugno. Ma evindemente anche pochi mesi sono bastati agli ispettori delle guide per giudicare e premiare il nostro lavoro".

Entrare nella guida Michelin è un bel passo: il prossimo? "Il prossimo è conquistare una stella Michelin. Sia chiaro, non lavoro per quella... Ma mi farebbe piacere: vorrebbe dire che ho imboccato la strada giusta dopo la vittoria a Masterchef ".

Il suo ristorante a Roma è per pochi intimi: ha solo 16 coperti. Quanto influisce questo, ai tempi del Covid? "Siamo un piccolo locale, è vero. Ma non mi interessano grandi numeri. Mi interessa solo la qualità".

Secondo la guida Michelin lei propone "una cucina creativa, d’impeto giovanile, senza censure...". "Una recensione che mi rappresenta in pieno. Anzi, che ci rappresenta. Perché quando ho iniziato a gestire il 1978, ho voluto con me una brigata molto giovane".

Quanto giovane? "Siamo in 7 in tutto a lavorare, 5 in cucina e 2 in sala, me compreso naturalmente. Io ho 24 anni, e nessuno dei miei collaboratori supera i 30. I più vecchi, se vogliamo chiamarli così, hanno 27 anni. Siamo giovani, ma affiatati e con tanta voglia di lavorare... Ogni giorno al ristorante ci facciamo un gran mazzo. E i risultati stanno arrivando".

L’ingrediente del successo? "Ci divertiamo come matti. Nonostante i sacrifici, le tante ore di lavoro, le difficoltà durante i vari lockdown, noi in cucina ci divertiamo proprio. Non è solo lavoro: è la nostra vita, e la viviamo fino in fondo. E quando lavori così, poi arrivano anche i premi e i successi. Ma quel che più conta resta la soddisfazione di chi gusta i miei piatti".