DONATELLA FILIPPI
Cronaca

Venturini pigliatutto. Il segretario della Dc è l’unico a superare le mille preferenze

Manca il via libera dell’Ufficio elettorale ma il quadro del nuovo Parlamento è chiaro. Secondo tra i più votati dai sammarinesi c’è Pedini Amati del Psd, poi Ciacci di Libera.

Venturini pigliatutto. Il segretario della Dc è l’unico a superare le mille preferenze

Venturini pigliatutto. Il segretario della Dc è l’unico a superare le mille preferenze

Voto dopo voto. A San Marino si fanno i conti delle preferenze. Conteggi effettuati nella giornata di ieri, anche se l’Ufficio elettorale soltanto oggi renderà ufficiali gli elenchi delle preferenze. Candidato per candidato. La ripartizione dei seggi è comunque già delineata. Ventidue vanno al Partito cristiano democratico sammarinese, il primo del Paese. Che, in coalizione con Alleanza Riformista che ne prende 4, sale a quota 26. In totale sono 18 quelli della coalizione formata da Partito dei socialisti e dei democratici e Libera-Partito socialista. Otto per i primi, 10 per i secondi. Poi ci sono gli 8 seggi conquistati da Repubblica Futura, i 5 di Domani Motus Liberi e i 3 di Rete. Nessun seggio, invece, per Demos che non ha superato, seppur per una manciata di voti, lo sbarramento del 5%. Rispetto ai dati che oggi pubblichiamo potrebbe esserci qualche variazione, ma che in sostanza non cambierà il risultato finale.

In casa Dc sembrano pronti a festeggiare, in attesa dell’ufficialità sulle preferenze, l’ingresso in Consiglio grande e generale Gian Gian Carlo Venturini (1.166), Marco Gatti (834), Stefano Canti (823), Luca Beccari (780), Mariella Mularoni (704), Teodoro Lonfernini (589), Massimo Andrea Ugolini (505), Filippo Tamagnini (478), Francesca Civerchia (437), Francesco Mussoni (417), Manuel Ciavatta (401), Maddalena Muccioli (350), Oscar Mina (331), Lorenzo Bugli (324), Giovanni Francesco Ugolini (307), Andrea Ugolini (303), Italo Righi (300), Marco Mularoni (282), Aida Maria Adele Selva (277), William Casali (237), Alessandro Scarano (230), Alice Mina (218). Esattamente 22, uno in più rispetto all’ultima legislatura. Mister preferenza, proprio come cinque anni fa, è il segretario Venturini. L’unico sul Titano a superare quota 1.000, migliorando addirittura il risultato delle elezioni del 2019 quando di voti ne aveva presi 1.095. Il primo dei non eletti in casa Dc sarebbe Marino Albani con le sue 217 preferenze. Insieme alla Dc c’è Alleanza Riformista con i suoi quattro consiglieri. Si tratterebbe di Rossano Fabbri (451), Denise Bronzetti (301), Gian Nicola Berti (220), Maria Luisa Berti (216). Poi c’è la coalizione di Sinistra. Con il Psd che porterebbe in Consiglio grande e generale Federico Pedini Amati (852), Andrea Belluzzi (383), Silvia Cecchetti (270), Matteo Rossi (257), Gerardo Giovagnoli (240), Luca Lazzari (206), Milena Gasperoni (189), Ilaria Bacciocchi (174). Dieci consiglieri per Libera, considerando che nessun candidato del Partito socialista rientra tra nella top ten della lista. Si tratterebbe di Matteo Ciacci (732), Alessandro Bevitori (400), Michele Muratori (358), Dalibor Riccardi (283), Giuseppe Maria Morganti (272), Giulia Muratori (257), Guerrino Zanotti (251), Luca Boschi (251), Iro Belluzzi (220), Vladimiro Selva (220). Otto consiglieri per Repubblica Futura. In cima alle preferenze c’è, proprio come cinque anni fa, Nicola Renzi che migliora il suo risultato personale con 618 preferenze. Con lui in Consiglio siederebbero Sara Conti (267), Enrico Carattoni (256), Maria Katia Savoretti (234), Miriam Farinelli (225), Antonella Mularoni (225), Andrea Menicucci (182), Matteo Casali (157). Cinque i seggi conquistati da Domani Motus Liberi con Fabio Righi (592), Carlotta Andruccioli (282), Gaetano Troina (278), Mirko Dolcini (235) e Michela Pelliccioni (229).

Solo 3 i seggi conquistati da Rete. Il crollo del movimento è rappresentato nei numeri delle preferenze ricevute. Il più votato di Rete, proprio come cinque anni fa, è Gian Matteo Zeppa con 295 preferenze. Ma sono oltre 800 in meno rispetto a quelle ricevute nel 2019. I tre posti in Consiglio conquistati fanno ‘vittime’ eccellenti. Con Zeppa in aula dovrebbero rientrare Giovanni Maria Zonzini (183 preferenze) ed Elena Tonnini (114, cinque anni fa ne prese 993). Secondo questi conteggi sui quali ancora manca il via libera dell’Ufficio elettorale, resterebbero fuori dal Consiglio l’ex segretario di Stato alla Sanità, Roberto Ciavatta, ma anche l’ex Reggente, Adele Tonnini ed Emanuele Santi.