Rovigo, 64 aziende truffate durante il lockdown: un arresto

Un arresto e due obblighi di dimora nell'abito delle indagini per una truffa da 4 milioni di euro ai danni di 64 società di varie regioni

Operazione della Guardia di Finanza a Rovigo

Operazione della Guardia di Finanza a Rovigo

Rovigo, 8 marzo 2022 - Aziende truffate durante il lockdown per quasi 4 milioni di euro. Disposte nuove misure cautelari personali ed effettuati ulteriori sequestri di beni. Lunedì 7 marzo, i Finanzieri del Comando Provinciale di Padova, diretti dalla Procura della Repubblica di Rovigo, hanno dato esecuzione a un’ulteriore ordinanza restrittiva nei confronti di tre persone. Questi ritenuti appartenenti ad un’associazione per delinquere, finalizzata alla truffa, che -avvalendosi di società ‘di comodo’ operanti nel territorio della provincia padovana-, avrebbe causato un danno di 1,5 milioni di euro circa, nei riguardi di 64 operatori economici, dislocati su tutto il territorio nazionale.

Nel dettaglio, il Giudice per le indagini preliminari di Rovigo, accogliendo le nuove proposte formulate dagli organi inquirenti, ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti del rappresentante legale di un centro elaborazione dati contabili e l’obbligo di dimora nel luogo di residenza, a carico di due acquirenti. Ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle responsabilità, il sodalizio investigato, composto da dodici indagati e promosso da una persona già emersa in altri contesti investigativi per ipotizzati legami con il clan Mazzei di “Cosa Nostra”, avrebbe rigenerato, nell’arco di due anni, 28 aziende.

Tutte precedentemente inattive o decotte, intestandole a prestanome e alterando i relativi dati di bilancio, grazie alla complicità di un professionista e del prestatore di servizi contabili, con lo scopo di farle apparire sane e affidabili nei pagamenti. Nel periodo di emergenza epidemiologica da Covid-19 le imprese coinvolte dalle indagini avrebbero fatto incetta all’ingrosso di rilevanti quantitativi di merce (a titolo esemplificativo, prodotti agroalimentari, edili, elettronici, materie plastiche) attraverso assegni scoperti o bonifici bancari disposti e immediatamente annullati, così risultando il “veicolo” per la realizzazione di un disegno criminoso che, nell’ordine, avrebbe interessato le province di Novara, Milano, Varese, Modena e, più di recente, Padova e Brescia.

Nel corso della prima fase delle indagini, i Finanzieri della Compagnia di Este avevano eseguito, nel settembre 2021, un’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Rovigo, che disponeva la custodia cautelare in carcere del citato promotore e quella degli arresti domiciliari del factotum del sodalizio, imponendo l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a un acquirente diverso da quelli fermati ieri. Contestualmente erano stati sequestrati oltre 20 dispositivi informatici, la cui disamina ha permesso all’autorità giudiziaria rodigina di valutare il coinvolgimento dei singoli associati per poter sostenere l’accusa in giudizio.

Tra i mesi di febbraio e dicembre 2021, l’organizzazione criminale, nel frattempo trasferitasi nell’hinterland bresciano, avrebbe attuato analoghe condotte truffaldine, approvvigionandosi, senza onorare il pagamento del relativo corrispettivo, di ulteriori merci di varia natura, quantificate in oltre 2,2 milioni di euro. Tutte merci che venivano sempre cedute fuori dagli ordinari circuiti commerciali. All’atto dell’esecuzione del primo provvedimento cautelare nel settembre scorso, era stato possibile recuperare alcuni di questi beni, per un valore di 250 mila euro circa, compresi generi alimentari di immediato deperimento, che, nell’ottobre dello stesso anno, sono stati devoluti in beneficenza a enti e associazioni attive nella provincia di Padova per l’assistenza a famiglie in difficoltà economica.

Tuttavia, successivamente ai primi interventi di polizia giudiziaria, un acquirente, destinatario di due misure cautelari personali nella giornata di ieri, in violazione del vincolo cautelare disposto dall’Autorità giudiziaria, ha asportato taluni beni sottoposti a sequestro, aggravando, in tal senso, il quadro accusatorio già delineato nei suoi riguardi. In definitiva, le investigazioni, allo stato nella fase delle indagini preliminari, hanno consentito di eseguire, nei mesi di settembre 2021 e marzo 2022, otto misure cautelari personali nei confronti di sei dei dodici membri dell’associazione e di rilevare l’approvvigionamento fraudolento di beni, per un controvalore di oltre 3,7 milioni di euro, nel periodo compreso tra novembre 2019 e dicembre 2021.

Ad ogni buon conto, è stato possibile alienare alcuni beni sequestrati a gennaio del valore di 1,2 milioni di euro, così ristorando, seppur in parte, il danno derivante dalle truffe perpetrate. Da ultimo, in sinergia con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Padova, sono state emesse al promotore del sodalizio, ritenuto il datore di lavoro occulto dei dipendenti di quattro società che avevano operato nella provincia di Padova, sanzioni amministrative in materia di lavoro e legislazione sociale per 230 mila euro circa.