"Allevamento, il sindaco tradisce le promesse. No all’ampliamento"

Azienda avicola, il comitato di Mardimago, Boara e Sarzano punta il dito: "Solo parole da campagna elettorale"

Allevamento, il sindaco tradisce le promesse

Allevamento, il sindaco tradisce le promesse

Il comitato di Mardimago, Boara e Sarzano si lamenta dell’azienda di galline ovaiole e accusa il sindaco senza mezzi termini. "Negli incontri pre elettorali il nostro comitato ebbe rassicurazioni sul blocco agli ampliamenti di queste attività — si legge in una nota —. Probabilmente, come in passato, questi impegni, una volta eletti, vengono dimenticati. Mentre ciò dovrebbe costituire ancor più vincolo rigoroso". Un attacco diretto che parte da una e-mail inviata da Giovanni Nonnato, storico riferimento del Psi che fa parte della maggioranza del sindaco Edoardo Gaffeo e che conta su un consigliere comunale, Gianmario Scaramuzza. Nonnato ha inviato la nota per conto di Mirco Bolognesi, coordinatore del comitato. "Anche se solo in sede tecnica il Comune di Rovigo, assieme a Usl 5, Arpav e Provincia ha permesso alla avicola Sant’Andrea di Boara Polesine di raddoppiare i capi di galline ovaiole allevate, da 30 mila a 58 mila — prosegue la nota —, consentendo, di fatto l’aumento della produzione, e con essa aumentare anche le emissioni in aria di polveri, di anidride carbonica e quant’altro. Tutto ciò, nonostante le 500 firme consegnate dal nostro comitato alla procura della Repubblica, al sindaco, alla Provincia, e all’Usl 5, relativamente agli odori insopportabili della zona, al traffico pesante e pericoloso su strade inadatte. E dire che Rovigo figura fra le prime città d’Italia nella graduatoria per l’inquinamento". Il comitato si lamenta: "Non è certo un bel primato, anche se è vero che in sede politica si sta tentando di adottare iniziative e misure che possano contenerne gli effetti e le conseguenze. Tale primato è dovuto anche alla infelice situazione geografica ed atmosferica, ma siamo già oltre i livelli massimi consentiti dalle normative sull’inquinamento. Non possiamo, anzi non dobbiamo, dare altre autorizzazioni senza assumere la responsabilità di adottare provvedimenti in evasione delle norme in vigore e senza gravare sulle cause di nocività alla salute dei residenti. Basterebbe adottare il principio della precauzione". La nota di Bolognesi, inoltrata da Nonnato, termina così: "È ora di diventare consapevoli che la burocrazia e le norme tecniche procurano conseguenze troppo pesanti sui livelli di civiltà e sulla qualità della vita. Usl 5, Arpav, Provincia e Comune devono assolutamente assumersi la conseguente responsabilità morale, civile, e penale. Devono applicare tutte le norme e le iniziative utili per impedire il superamento dei limiti in vigore sull’inquinamento atmosferico. L’attuale situazione diventa mancato rispetto delle norme e, soprattutto, mancato rispetto dei cittadini che vivono, ormai una situazione insopportabile. Fermare le auto, dopo, come soluzione per contenere l’inquinamento, serve solo a far credere che si è sensibili al problema, ma quando si permettono gli ampliamenti a queste attività significa che non si vuole risolvere il problema, oltre che a non sanare le originarie responsabilità".

Tommaso Moretto