Rovigo, chiude la storica cartoleria sul corso

I titolari: "I giovani non si fanno avanti"

Rovigo, chiude la libreria sul corso: Grazia Callegari mostra uno dei calendari storici

Rovigo, chiude la libreria sul corso: Grazia Callegari mostra uno dei calendari storici

Rovigo, 18 novembre 2018 - Umberto e Grazia hanno vissuto tra il profumo della carta da 36 anni, dal 1982 quando decisero di aprire la cartolibreria che con le sue vetrine si affaccia sul corso. Da allora tra quegli scaffali si sono fermati, scorrendo con gli occhi i titoli dei libri, generazioni di studenti, famiglie che hanno acquistato lì i volumi in attesa del suono della campanella del primo giorno di scuola.

Tanti anni sono passati. Gli alunni di ieri sono diventati i genitori di oggi che adesso accompagnano i figli per acquistare agende e quaderni che una volta venivano messi in una cartella oggi in uno zaino, il peso del sapere. Sono tanti 36 anni ed Umberto Bregantin, 67 anni, e la moglie Grazia Callegari sono arrivati all’ultima pagina. Si chiude la copertina del libro perché andranno in pensione. Ma questa bella storia, che sembra scritta con il gesso che a volte gracchia sul filo della lavagna che era d’ardesia ed ora è Lim, non avrà un lieto fine. Dopo anni di ricerche per trovare qualcuno che raccogliesse il testimone ormai sembrano essersi rassegnati a veder abbassare per sempre la saracinesca su un baule di ricordi.

«E’ un’attività che rende – raccontano – non si diventa certo milionari ma la clientela c’è, il negozio è ben avviato». Eppure. «Eppure nessuno si è fatto avanti per acquistarla – prosegue amareggiata la moglie che accarezza quasi con rimpianto la pagina di un quaderno sul bancone –. I ragazzi che hanno tra i 25 ed i 30 anni non ci pensano proprio, preferiscono andare a lavorare, cosa da non credere, in un bar. Chi ha intorno ai 45 anni e si è presentato, dice di non avere i soldi, che le banche non gli fanno credito». Umberto e Grazia hanno deciso di andare avanti fino a dicembre, intanto in questi giorni hanno affisso un cartello giallo. C’è scritto che, con l’eccezione delle agende, si fanno sconti sulla merce del 30 per cento. «Stiamo cercando – riprendono mentre un cliente entra per ordinare un libro – di smaltire la merce che ancora abbiamo. Ci si stringe il cuore al pensiero che questo luogo dove si respira il profumo antico dei libri di scuola venga chiuso per sempre».

Un simbolo che se sparisce. Loro sono lì dal 1982, ma già da 18 anni c’era un altro libraio, si chiamava Pavarin. «L’altro giorno è entrata una mamma – dicono –, le abbiamo detto che lasciamo. Lei veniva qui quando era bimba. ‘E adesso come faccio’, ha detto. In questi anni i clienti sono diventati degli amici, persone di famiglia. Questo non è un supermercato, c’è tutta un’altra aria. Mentre i genitori comprano i libri si fanno quattro chiacchiere un po’ su tutto. Sulla città che cambia, ricordando com’era una volta». Com’era una volta, appunto. Dopo che questa storica cartolibreria avrà chiuso i battenti. Un altro frammento di vita che se ne va. The end e titoli di coda. Ma non è un lieto fine.