Rovigo: cadavere nell'Adigetto, la moglie confessa: "Fatto a pezzi con l'accetta"

Svolta nel giallo sulla morte di Shefki Kurti, la donna arrestata dai carabinieri. I resti - ad accezione del cranio- erano stati trovati chiusi in sacchi dell'immondizia nel fiume un mese fa

Rovigo, 29 agosto 2022 - Svolta nel giallo del cadavere fatto a pezzi trovato nel canale a fine luglio in provincia di Rovigo: arrestata la moglie 68enne di Shefki Kurti, il pensionato cittadino italiano di origine albanese di 72 anni residente a Badia Polesine, in provincia di Rovigo, il cui corpo tagliato a pezzi era stato recuperato nelle acque dell'Adigetto, nei pressi di Villanova del Ghebbo, sempre in Polesine.

La donna, di nome Nadire, ha confessato di aver ucciso il marito smembrandolo con un'accetta in bagno. E' stata arrestata sabato mattina con l'accusa di omicidio aggravato e distruzione e soppressione di cadavere ed è ora piantonata nel Reparto di Psichiatria dell'ospedale di Rovigo. Da anni la donna era in cura per problemi psichici.  E' stata richiesta, a supporto della misura cautelare, una perizia affinché sia accertata o meno, della propria capacità d’intendere e volere, oltre della pericolosità sociale della donna. 

Shefki e Nadire Kurti
Shefki e Nadire Kurti

Macabri ritrovamenti nel fiume

Il corpo di Shefki Kurti è stato tagliato a pezzi e poi recuperato a più riprese nelle acque del canale Adigetto, nei territori comunali di Villanova del Ghebbo (Rovigo) e Lendinara (Rovigo). I resti, a eccezione del cranio, erano stati chiusi in alcuni sacchi neri e ripescati tra il 28 e 30 luglio scorsi.

Le indagini

Le indagini, dopo la prima fase in cui si erano concentrate nel contesto familiare, visto l’efferatezza dell’omicidio si erano spostate in un ambito di tipo ‘malavitoso’,  ma a questo proposito non sono stati trovati indizi o riscontri. La prima ‘svolta’ concreta è stato il sopralluogo effettuato dal Reparto investigativo scientifico nella mattinata dell’8 agosto scorso nell’abitazione della coppia in via Ghirardini a Badia Polesine. I militari hanno ritrovato tracce significative di sangue sia nella camera da letto e principalmente nel bagno. A quel punto la donna è stata interrogata e posta di fronte ai fatti ha confessato il delitto, con i dettagli raccontati che avvaloravano quanto riscontrato dagli inquirenti. 

L'operazione è stata coordinata dal procuratore capo del tribunale di Rovigo Sabrina Duò e dal sostituto procuratore Maria Giulia Rizzo, titolare dell’indagine, condatta dal comandante del reparto operativo tenente colonnello Umberto Carpin, il comandante della scientifica tenente colonnello Marco Passarelli e del comandante della compagnia di Rovigo maggiore Giovanni Truglio. La misura cautelare è stata formalizzata dal gip Pietro Mondaini del tribunale di Rovigo, che ha accolto quella del Pm.

Omicidio efferato

L’omicidio è presumibile e riconducibile sia avvenuto nella notte tra il 21 e 22 luglio scorso. La donna ha colpito alle spalle il marito con un’ascia per tagliare la legna, in camera da letto. Poi il corpo è stato portato nel vicino bagno, dove la 68enne l'ha fatto a pezzi con l’utilizzo della stessa accetta e coltelli da cucina. Dagli accertamenti è emerso che al momento del delitto la coppia era sola in casa.

Al termine del macabro smembramento, la moglie ha messo i resti del corpo in singoli sacchetti neri e portarli nella notte nel vicino canale Adigetto, a poche centinaia di metri dall’abitazione. La donna ha poi aiutato gli inquirenti a recuperare le armi del delitto, un’ascia e tre coltelli da cucina, ritrovati nell’Adigetto a Badia Polesine nelle scorse settimane dai sommozzatori, a poca distanza dall’abitazione di via Ghirardini.

Il movente

Nel corso delle indagini e dichiarazioni dei figli, è emerso che tra la coppia sussisteva da tempo un rapporto conflittuale. A seguito delle attività tecniche e intercettazioni telefoniche, è stato escluso il coinvolgimento dei figli. Secondo una ricostruzione dei momenti successivi all’omicidio, la madre avrebbe detto a loro che, a seguito di una lite, il padre si era allontanato volontariamente, lasciando a casa anche il cellulare. Non risultano denunce precedenti all’omicidio di possibili maltrattamenti subiti dalla donna.

Chi era Shefki Kurti

Nato a Durazzo, in Albania, Shefki Kurti aveva 72 anni. Era in pensione dopo aver lavorato tutta la vita come muratore. Viveva a Badia Polesine e aveva due figli, ormai adulti. Una figlia abita in Svizzera e un figlio a Masi (Padova). La coppia viveva in via Ghirardini a Badia, luogo dove si è consumato l’omicidio e successivo macabro smembramento del corpo