
"Fin da piccola ho voluto fare l’infermiera o comunque aiutare in qualche maniera le persone che si trovano in difficoltà. Infatti per un breve periodo ho frequentato anche la Croce Rossa, cercando di darmi da fare nel migliore dei modi, ma volevo fare un piccolo salto di qualità imparando realmente a curare le persone". Così Rita, 21 anni, che arriva da Bologna proprio per imparare questo mestiere che lei stessa considera una missione, racconta lo spirito con il quale si è avvicinata al corso di laurea triennale in tecniche infermieristiche dell’università di Ferrara con sede ad Adria. E’ una dei tanti studenti che stanno frequentanto la facoltà ad Adria, un vanto per la città. Anche Lei, come i suoi colleghi, ha vissuto quello che si può considerare un anno difficile, con le restrizioni legate all’emergenza Covid, le lezioni a distanza, i sacrifici per rimanere al passo con gli esami. Ma anche lei adesso guarda avanti al ritorno verso la normalità, per riprendere un percorso che la porterà a diventare infermiera, la professione che ha sempre voluto fare. Lo scorso anno è stato presentato in pompa magna il corso di laurea triennale in tecniche infermieristiche dell’università di Ferrara con sede ad Adria. Molti sono stati i ragazzi che hanno deciso di iscriversi e quindi di intraprendere questa strada che li porterà ad ottenere una qualifica nella professione sanitaria di infermiere. Le lezioni si sono svolte nel primo semestre nell’ospedale ‘vecchio’ di Adria, all’interno di aula adibite a tale scopo. Mentre nella seconda parte dell’anno accademico per colpa dell’emergenza Covid-19 le lezioni si sono tenute in maniera completamente interattiva, con gli studenti che hanno potuto attingere dal portale dell’università di Ferrara le lezioni registrate dai loro professori per ogni materia di studio. Successivamente, quando sono diminuite e poi sono state eliminate le restrizioni dovute all’emergenza Coronavirus, gli studenti hanno potuto iniziare in tutta sicurezza il proprio tirocinio formativo, che per il primo anno consiste nello svolgimento di 480 ore. Gli allievi, la maggior parte sono donne, sono accompagnati passo dopo passo da tutor preparati e che danno periodicamente degli obiettivi agli studenti stessi. Le strutture ospedaliere interessate da questo tirocinio sono le strutture di Adria, Rovigo, Trecenta. I ragazzi sono stati smistati in vari reparti in maniera tale da poter coprire varie posizioni lavorative. Tanto l’entusiasmo per due di queste studentesse. "Sicuramente l’annata trascorsa non è stata facile per colpa dell’emergenza Covid-19 – racconta ancora Rita – che ci ha costretti a rimanere chiusi in casa per seguire le lezioni e a ritardare l’inizio del tirocinio. In ogni caso abbiamo fatto il possibile per farci trovare pronte agli esami e ai turni di tirocinio". Entusiasta del graduale ritorno verso la normalità Simona, studentessa di origini siciliane, anch’essa di 21 anni, che traccia una sorta di bilancio su quello che ha imparato in questo primo anno accademico. "Credo – spiega – che sia stata un’annata veramente particolare e assolutamente non facile da organizzare per coloro che gestiscono orari e lezioni dell’università. In ogni caso siamo riusciti a dare gli esami cercando di seguire da casa le lezioni che erano in programma per il secondo semestre, considerando che alcuni appelli non erano ancora stati svolti per colpa dell’inizio dell’emergenza sanitaria". Infine la studentessa del corso di infermieristica di Adria spiega: "Speriamo che il secondo anno sia più tranquillo e meno turbolento del primo; dato che abbiamo fatto tanta fatica per cercare di metterci in pari con gli esami e sempre disponibili per il tirocinio".