"In aula solo i silenzi e le lacrime dei loro compagni"

Anche il sindaco di Rovigo, Edoardo Gaffeo, ha voluto ricordare ieri la tragedia che spezzato tre giovani vite, comunicando la propria vicinanza e unendosi nel lutto "alle famiglie e al loro dolore". Si tratta delle parole commosse del primo cittadino di Rovigo in merito alla tragedia di martedì notte a Grignano. "L’intera comunità è sconvolta – ha fatto sapere il primo cittadino – per la tragedia avvenuta martedì notte, tre giovani vite ci hanno lasciato a causa di un incidente stradale e un altro ragazzo sta lottando con tutte le sue forze. Siamo partecipi dello straziante dolore che ha investito le famiglie. Come amministrazione comunale e come comunità ci stringiamo a loro e al loro dolore. La magistratura e la polizia stanno cercando di capire nel dettaglio cosa sia successo, sono in costante contatto con le forze dell’ordine per riuscire ad avere ulteriori informazioni. Un grandissimo abbraccio – conclude – alle famiglie e sentite condoglianze da parte di tutta l’amministrazione e di tutta la comunità".

Uno dei punti che legava due dei quattro amici era la scuola professionale Enaip di Rovigo. Filippo Bettarello frequentava il secondo anno, nel settore addetto alle vendite, mentre Michael Zanforlin aveva svolto i tre anni nel settore meccanico. Un legame che aveva indotto il più giovane, il 16enne rimasto ferito, a valutare la possibilità di cambiare scuola ed iscriversi all’Enaip. Martedì mattina tra i corridoi e le aule dell’Enaip grande dolore ed incredulità per la scomparsa tragica di questi amici. A raccontare quelle ore trascorse in classe Alessandro Caberlon, docente di Sicurezza sul lavoro: "Filippo era ancora nostro studente, mentre Michael aveva finito lo scorso anno, entrambi ragazzi che si davano da fare, erano tutti della stessa compagnia. In classe – va avanti – è stata dura vedere gli alunni piangere, perché loro amici avevano perso la vita in un tragico e fatale incidente nella notte. A quella età non si può e non si deve morire, non è giusto. Mi hanno molto colpito i silenzi dei miei alunni, con i loro sguardi persi e un profondo bisogno di sentire parole di conforto, che nessuno di noi è stato in grado di dare. Perché non esistono in questi momenti. Sono state sei ore di lezione infinite, durante le quali un silenzio assordante continuava a ricordare ad ognuno di noi e chi li ha conosciuti, i momenti passati insieme in classe, in laboratorio o nei corridoi. E si sa, la scuola inevitabilmente diventa una seconda famiglia per loro e per noi, che oggi abbiamo perso degli alunni, amici e figli. Questo non è certo il momento per le raccomandazioni da fare a tutti loro, ma è sicuramente tempo per unirci tutti in un grande e ideale abbraccio alle famiglie di questi ragazzi".

m. t.