Foto porno a ragazzino. Per il giudice non è reato

I due si erano conosciuti su un social network, ma non era successo altro

Telefonino (Archivio)

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Rovigo, 12 novembre 2014 - Inviare al numero di cellulare di un’altra persona foto pornografiche, o di una propria parte del corpo, non è un reato. Ieri mattina, infatti, è stato assolto perché il fatto non costituisce reato un uomo di Rovigo, accusato di corruzione di minore, perchè aveva inviato a un ragazzo minorenne, conosciuto sul socialnetwork Badoo, una fotografia dei propri genitali.

L’uomo, di circa 30 anni, è stato sottoposto al rito abbreviato davanti al giudice Pietro Mondaini. A portarlo in tribunale, i genitori del minorenne, che casualmente hanno scoperto la foto ‘osè’ sul cellulare del proprio bambino, che aveva addirittura meno di 14 anni.

Secondo la ricostruzione degli eventi, effettuata anche dopo aver sequestrato i supporti informatici di entrambe le parti, i due si erano conosciuti su Badoo e avevano iniziato a chattare. Il minorenne si era spacciato per un 18enne. E aveva avanzato varie avance sessuali al maggiorenne, iniziando a intrattenere un dialogo online. Entusiasmato dal gioco erotico, il maggiorenne si è lasciato andare, inviando una foto tramite mms al più giovane. A quel messaggio, poi, non seguirono altre foto.

In un secondo momento poi i due si incontrarono di persona: fu proprio a quel punto che l’uomo si accorse di aver preso una cantonata. Il ragazzino infatti si presentò all’appuntamento insieme a un’amica di qualche anno più grande di lui, mostrando così all’uomo che l’aveva ‘agganciato’ su internet la sua vera età. Il 30enne, rendendosi conto che davanti aveva due bambini, offrì loro un gelato e se ne andò così come era venuto, interrompendo poi le comunicazioni.

Ieri mattina, quindi, l’imputato è stato assolto perché l’inviare una foto dei propri genitali a una terza persona, anche se minorenne, non costituisce reato: per essere considerata come corruzione di minore, un’azione, deve infatti consistere nel far assistere al minore ad atti sessuali in sua presenza o mostrare fotografie pornografiche per indurlo ad effettuare a sua volta atti sessuali.

E nessuno di questi casi si era verificato in quest’occasione, così come non era stato trovato materiale pedopornografico nei supporti informatici della persona accusata, facendo capire le sue reali intenzioni. E’ stato lo stesso sostituto procuratore, Davide Nalin, a chiedere l’assoluzione dell’imputato, confermata in pieno dal giudice Pietro Mondaini.