Rovigo, 17 agosto 2022 – Nelle scorse ore Flavio Nogaris, papà di Luca, ha contattato telefonicamente il terzo collega che era con il figlio e Alessio Picelli, si tratta di un 61enne della provincia di Verona. Molti gli interrogativi, che troveranno risposta solo ed esclusivamente dalle autopsie sui corpi di Luca Nogaris e Alessio Picelli, i due rodigini morti a New York. Al centro dei dubbi e perplessità delle famiglie, l’ipotesi che il decesso sia stato causato da un’overdose, questo secondo i media americani e le fonti della polizia newyorkese.
“Gli ho telefonato -racconta Flavio Nogaris- in quanto volevo chiarimenti e capire cosa è successo in quei momenti prima della morte. Ha raccontato come quella sera erano usciti tutti e tre insieme, poi Luca e Picelli sono rientrati nell’appartamento, mentre lui è andato in giro per prendere dei regali da portare alla famiglia. In quanto dovevano rientrare tutti insieme sabato 13 agosto. Lui è rimasto in giro per oltre un’ora, nel mentre si era sentito con mio figlio e l’altro collega. Una volta rientrato a casa uno era senza vita in camera da letto e l’altro in bagno, mio figlio rantolava. Ci ha raccontato che è andato in panico e non sapendo cosa fare, non parlava la lingua ed ha cercato poi di contattare i soccorsi”.
Sul fatto che la polizia abbia trovato materiale a terra che faceva pensare all’uso di sostanze stupefacenti, Flavio Nogaris precisa come: “Ci ha detto che quando lui è entrato in appartamento non c’era nulla sul pavimento, quello trovato poi dalla polizia era quanto utilizzato dai sanitari per provare a rianimare mio figlio. Quindi non è vero quanto dicono. Ci ha detto che è stato interrogato dalla polizia newyorkese per quasi cinque ore, dove ha raccontato questi fatti”.
Una telefonata che si è conclusa con la volontà di entrambe le parti di vedersi di persona appena sarà possibile. Su quando sarà fatto l’autopsia e il corso delle indagini ancora nulla: “Non abbiamo notizia in merito, il consolato italiano è in contatto con la moglie di mio figlio, Stefania Zambon, ma al momento siamo in attesa di capire soprattutto quando potremo fare rientrare il feretro di mio figlio e del collega”.
Nel merito in queste ore amici e conoscenti si stanno mobilitando per una raccolta fondi: “Fa piacere e se ne occupa la moglie di Luca. Ci sono grosse difficoltà burocratiche e anche economiche, ma soprattutto vogliamo sapere i tempi per poter fare rientrare in Italia i corpi, per poter poi celebrare i funerali. Siamo in attesa di risposte dalle indagini a quando potremmo portare a casa nostro figlio”.
I fatti sono successi nella notte del 10 agosto a New York, per la notizia della morte di Luca Nogaris 39 anni di Rovigo, artigiano imbianchino, sposato con Stefania e padre di tre figli, e Alessio Picelli, 48 anni, sposato, imprenditore e socio con un altro collega della società ‘Helementi Interiors’ che ha sede a Rovigo, originario di Villadose, ma da tempo era residente a Rovigo. Entrambi e un terzo collega della provincia di Verona, da circa un mese avevano affittato un appartamento nel seminterrato del Queen's sulla 29/A strada. I tre erano nella Grande Mela per valutare un progetto di ristrutturazione di una casa, che gli era stato commissionato.