
Giuliano
Ramazzina
La notizia interessa la provincia di Rovigo e fa riflettere. Il Comitato cittadini per l’ambiente di cui fa parte Paola Davì, ex sindaco di Melara , presenterà un ricorso al Tar contro l’ampliamento della centrale termoelettrica di Ostiglia nel Mantovano. Così il potenziamento dell’impianto interseca adesso il destino ambientale del Polesine . In ballo infatti c’è il provvedimento del 12 agosto scorso con il quale il Ministero della Transizione ecologica, d’intesa con quello per i Beni e le Attività culturali, ha autorizzato l’installazione di una nuova unità a ciclo combinato e interventi di miglioramento ambientale sui gruppi esistenti della Centrale ostigliese. In sostanza un nuovo gruppo produttivo da 923 Mw da crearsi a 1 km di distanza dall’attuale al posto delle vecchie cisterne di Borgo San Giovanni in cambio dello spegnimento dell’obsoleto gruppo 1 della vecchia centrale e la posa dei filtri Scr sui camini per limitare le emissioni di ossidi di azoto. Gli ambientalisti però non ci stanno e hanno alzato la voce. Il Comitato è convinto che ampliare la produzione, anche se si userà solo metano, impatterà sulla salute dei cittadini di una zona molto ampia di confine che comprende i Comuni di Ostiglia, Melara, Gazzo Veronese, Casaleone, Cerea, Serravalle a Po, Borgo Mantovano, Borgocarbonara. Tutti Comuni che il 14 ottobre scorso sono stati convocati dalla regione Lombardia per il perfezionamento della convenzione di cui alla Legge ‘Marzano’ in base alla quale si dovrà procedere alla stipula del documento. Però manca ancora la firma. La parte polesana da tempo è in fermento: Paola Davì , ex sindaco di Melara, che siede nel comitato intercomunale per l’ambiente, aveva denunciato il silenzio del comune altopolesano. Insomma il potenziamento è in stand-by. E , salvo ripensamenti dell’ultim’ora, sarà il Tribunale amministrativo regionale a decidere il futuro della centrale a turbo-gas.