Lendinara, pista enduro non autorizzata propone gare per moto

L’area in cui dovrebbero svolgersi le competizioni è stata per anni circuito da enduro, ma ora ci sono un’ordinanza e una sentenza del Tar

Una gara di enduro

Una gara di enduro

Lendinara (Rovigo), 22 giugno 2019 - Da poco più di un mese sui social è apparsa la notizia che il 23 giugno la pista da motocross di Pradespin ospiterà tre gare. Si legge che si tratta di una gara di minienduro, organizzata dal moto club La Marca Trevigiana, valevole per il campionato minienduro triveneto, una gara Apt di enduro, una manifestazione di enduro promozionale territoriale denominata enduro open, e una gara di regolarità Gr5, valevole per il campionato regionale triveneto, tutte e tre organizzate dallo stesso moto club trevigiano.

L’area su cui dovrebbero svolgersi le gare, collocata sotto la sponda destra dell’Adige, è quella su cui per diversi anni è stata attiva una pista da enduro, regolarmente inaugurata alle presenza delle autorità comunali, ma mai regolarmente autorizzata. Sulla pista da enduro, infatti, aperta nel 2011, pende un’ordinanza, datata agosto 2016, che prevedeva testualmente «il ripristino dello stato dei luoghi originari mediante interventi mirati a riportare la conformazione dei terreni nello stato in cui si trovavano antecedentemente alla movimentazione e sistemazione del terreno realizzata per ricavare i percorsi per moto da cross, nonché alla demolizione dei manufatti, precludendo da subito, la possibilità mantenere in funzione l’attività motociclistica».

Quell’ordinanza non risulta mai essere stata annullata, anzi a essa si è sommato un ricorso al Tar Veneto presentato dal confinante, Paolo Gioli, su cui il tribunale in prima istanza ha dato ragione al ricorrente e contro cui il Comune ha fatto ricorso, ancora pendente per il mancato rispetto dell’ordinanza sindacale, perché l’area interessata non è stata riportata allo stato originario. Contemporaneamente è stata tentata da parte dell’amministrazione comunale, per due volte, la carta della variante al piano regolatore per trasformare i 55mila metri quadrati da area agricola a sportiva. La variante è stata giudicata, dagli stessi tecnici incaricati dal comune, inammissibile perché in contrasto con la legge regionale. L’area quindi su cui si dovrebbero svolgere le gare è agricola, e vi pende l’ordinanza sindacale di chiusura perché priva di qualsiasi autorizzazione in attesa del definitivo pronunciamento del Tar.