
Rovigo commemora Donatoni, morto per liberare Soffiantini
Rovigo, 18 ottobre 2018 - Anche ieri, come ogni anno da 21 anni, in questura è stato celebrato il ricordo di Samuele Donatoni. L’ispettore della polizia di Stato, originario di Canaro, è morto a 32 anni il 17 ottobre 1997 in località Riofreddo, in provincia di L’Aquila. Si trovava nel pieno di un’operazione di polizia che aveva lo scopo di catturare i componenti di un’organizzazione criminale che aveva sequestrato l’industriale bresciano Giuseppe Soffiantini.
Ieri mattina dopo la deposizione di una corona d’alloro di fronte alla lapide collocata nella sede della questura in viale Tre Martiri, è stata celebrata la messa in onore di Donatoni alla presenza delle autorità e di una rappresentanza degli alunni della scuola primaria Samuele Donatoni, intitolata proprio all’ispettore di polizia prematuramente scomparso. C’erano tra gli altri il prefetto Maddalena De Luca, il questore Fabio Cilona, il vice sindaco Andrea Bimbatti, il sindaco di Canaro Nicola Garbellini e l’assessore regionale Cristiano Corazzari, il primo dirigente Bruno Zito e gli altri dirigenti della questura tra cui il capo delle Volanti, Matteo Berna Nasca e quello della Mobile, Gianluca Gentiluomo. Forte la commozione dei familiari di Donatoni.
L’imprenditore bresciano Giuseppe Soffiantini è morto all’età di 83 anni lo scorso marzo. Era titolare di un’azienda nel settore tessile ed è noto in particolare a causa del sequestro di persona di cui fu vittima nel 1997: rimase nelle mani di rapitori 237 giorni, dal 17 giugno, quando venne prelevato dalla sua abitazione di Manerbio, fino al 9 febbraio 1998 quando venne liberato ad Impruneta, in provincia di Firenze dopo il pagamento di un riscatto di cinque miliardi di lire. La moglie Adele è morta invece nel maggio del 2017, a 82 anni.
Ai tempi del rapimento, quando la banda fece ingresso nella sua casa della bassa Bresciana, la donna venne legata e imbavagliata. Riuscì a liberarsi solo il giorno successivo, dando l’allarme e iniziando a lottare strenuamente per riportare il marito a casa. La coppia aveva tre figli Carlo, Giordano e Paolo. Sull’episodio della morte di Donatoni non è mai stata fatta piena luce ed i parenti dell’agente scomparso 21 anni fa sono ancora in attesa della verità su quanto accaduto quel tragico giorno. Quel che è certo è che tra Soffiantini e la città di Rovigo era nato un rapporto di grande amicizia e, finché era in vita, l’imprenditore ha sempre manifestato apertamente il desiderio che si andasse a fondo alla torbida vicenda della morte del giovane agente deceduto proprio nel tentativo di consegnare alla giustizia i suoi rapitori.