Covid Rovigo: il vescovo Pavanello si aggrava

Ancora positivo dopo un secondo tampone. Ha una forma di polmonite bilaterale, i farmaci pare stiano facendo effetto

Monsignor Pierantonio Pavanello è malato covid

Monsignor Pierantonio Pavanello è malato covid

Rovigo, 31 dicembre 2020 - Il vescovo ancora positivo al Covid-19. Prosegue la convalescenza del vescovo dopo il riscontro di un principio di polmonite bilaterale. Monsignor Pierantonio Pavanello, dopo un secondo tampone, è risultato ancora positivo al Covid. L’alto prelato resterà in isolamento nella sua residenza nel vescovado. Le condizioni di salute sono comunque in fase di progressivo miglioramento. Pavanello prosegue nella convalescenza dopo che nei giorni scorsi era stato riscontrato un principio di polmonite bilaterale.

Le terapie farmacologiche stanno facendo effetto. Tutte le attività e gli impegni sono stati sospesi. Monsignor Pavanello, 65 anni, è al timone della diocesi di Adria e Rovigo dal 23 dicembre 2015. Il vescovo ha ringraziato le tante persone che in questo periodo gli hanno espresso vicinanza ed ha espresso riconoscenza in particolare per quanti hanno pregato per la sua guarigione. Il vescovo sta pregando per tutti gli ammalati, per chi è in isolamento e per chi piange i cari strappati ai loro affetti dalla epidemia. "Non potendo farlo di persona durante le celebrazioni nella cattedrale di Adria e nel Duomo di Rovigo a causa dell’isolamento – le sue parole – affido a questo scritto il mio augurio per il nuovo anno che sta per cominciare. Il passaggio ad un anno nuovo è sempre motivo per "voltare pagina" lasciandoci alle spalle le fatiche e le difficoltà dell’anno trascorso e cercando di guardare con fiducia e speranza al nuovo tratto di strada che ci sta davanti. Quest’anno però non è affatto facile "voltare pagina" dopo l’annus horribilis 2020. Nonostante le speranze – importanti e oserei dire provvidenziali – che ci vengono dai vaccini, abbiamo davanti ancora molti mesi di difficoltà e fatiche da un punto vista sanitario, ma forse ancora di più in prospettiva sociale ed economica. Paura, rabbia, sfiducia sono i sentimenti che ci accompagnano in questo passaggio da un anno all’altro. Riflettendo (in questi giorni di isolamento ne ho avuto ampia possibilità) mi sembra di poter dire che c’è anche un’altra strada. Possiamo partire dal tanto bene che la pandemia ha sprigionato nelle nostre comunità per trarre da lì la forza e la speranza di cui abbiamo bisogno per affrontare la grande sfida del 2021. Auguro a tutti in questo nuovo anno di contribuire con umiltà e amore a trasformare questa terribile prova in un cammino di salvezza. Non servono azioni mirabolanti e ed eccezionali. Come ha detto papa Francesco nell’Angelus del giorno di Santo Stefano "Il Signore desidera che facciamo della vita un’opera straordinaria attraverso i gesti ordinari, i gesti di ogni giorno. Lì dove viviamo, in famiglia, al lavoro, ovunque, siamo chiamati a essere testimoni di Gesù, anche solo donando la luce di un sorriso... ". Piccole cose, ma cambiano la storia, perché aprono la porta, aprono la finestra alla luce di Gesù".