
Nel 2023 le gelate tardive el’alluvione in Romagna minarono rese e raccolti. Quest’annata agricola si preannuncia in miglioramento, con un valore di 5,5 miliardi di euro. .
L’anno scorso il valore della produzione agricola dell’Emilia-Romagna ha subito un forte ridimensionamento: una perdita di circa 530 milioni di euro (-9%) con i ricavi passati dai quasi 5,9 miliardi del 2022 ai 5,3 miliardi del 2023. Una battuta d’arresto dopo una crescita complessiva di quasi il 40% nel corso del precedente triennio – iniziata nel 2020 anno della pandemia Covid – che ha portato il fatturato agricolo regionale stabilmente oltre il limite record dei 5 miliardi annui. Come andrà quest’anno? Al momento nessuno si sbilancia. Nel 2023 lo sprofondo fu causato dal calo delle produzioni determinato principalmente da eventi meteoclimatici avversi, tra gelate tardive e le eccezionali precipitazioni che hanno alluvionato e devastato gran parte del territorio della Romagna. Quest’anno l’estate caldissima e siccitosa e le piogge/alluvioni di settembre hanno condizionato l’annata agricola, senza però causare i cali produttivi dell’annata scorsa, per cui una stima prudenziale colloca la chiusura 2024 attorno ai 5,5 miliardi di euro, un po’ meglio dell’anno scorso. In attesa delle cifre ufficiali, vediamo le principali colture sulla base dei dati disponibili a metà novembre .
CEREALI
A inizio novembre il frumento tenero con una produzione di 7,7 milioni di quintali era dato in lieve calo rispetto al 2023 (8 milioni). Le rese hanno sfiorato i 60 quintali/ettaro contro i 55 del 2023 su una superficie calata in maniera significativa (-11%) da quasi 146.000 ettari a 130.000. Stesso discorso per il frumento duro che ha perso il 20% delle superfici (da 87 a 69.000 ettari) ma le rese sono aumentate da 45 a 55 quintali/ettaro portando la produzione complessiva a contenere le perdite solo a -4% (3,8 milioni q.li da 4 milioni). Le province più colpite dal calo sono state Parma e Piacenza a causa delle piogge persistenti nelle fasi precedenti alla mietitura. Al contrario, nelle rimanenti province la situazione è progressivamente migliorata procedendo verso est e verso il mare. A Ravenna la situazione è risultata positiva sia in termini di resa che di qualità. A Forlì-Cesena i cali di superficie in collina sono conseguenti alla presenza di frane diffuse dopo l’alluvione 2023.
ORTICOLE
Il pomodoro da industria è la vera ricchezza dell’orto regionale. Il raccolto è stato condizionato in negativo dalle difficoltà al momento dei trapianti indotte dalle piogge persistenti e dal caldo persistente nei mesi estivi. Le rese medie unitarie sono calate a 60 tonnellate/ettaro a fronte di una media di 74 nell’ultimo quinquennio. La nota positiva è stata l’alta qualità del prodotto, cioè il grado Brix (il livello di acidità pari a 5,12), livello mai visto al Nord Italia. Il conto finale però tende al negativo per gli alti costi di produzione sostenuti per difendere le piante dalle malattie e le basse rese.
FRUTTA
La vera novità del 2024 è il ritorno delle pere, dopo anni di fortissime difficoltà con perdite produttive anche del 70/80%. Il 2024 segna un deciso miglioramento sia sotto l’aspetto quantitativo (nonostante i volumi ancora inferiori alla normalità) che qualitativo. La campagna di commercializzazione è stata favorevole grazie anche alla posizione di vantaggio della produzione nazionale rispetto ai principali concorrenti europei, che hanno registrato cali produttivi significativi. Ottima annata per le fragole sia per quanto riguarda il lato produttivo che commerciale con prezzi alti per buona parte della raccolta. Le albicocche hanno recuperato dopo l’annata disastrosa 2023. L’aumento produttivo è stato del 74% con oltre 771.000 q.li raccolti con superfici in lieve calo (-4%). Per le ciliegie stesso discorso: aumento produttivo del 96% , quasi raddoppiata la produzione (quasi 110.000 q.li) e prezzi più che soddisfacenti.
VINO
Produzione di uva da vino decisamente in ripresa rispetto alla scarsissima vendemmia 2023, ma senza il rimbalzo che si poteva pronosticare. Del resto, i problemi registrati lo scorso anno, dalla Peronospora particolarmente violenta alle gelate, hanno avuto ripercussioni anche sullo sviluppo vegetativo di quest’anno. L’Emilia Romagna con oltre 7,1 milioni di ettolitri torna ad essere la seconda regione più produttiva del Paese dopo il Veneto e poco sopra la Puglia. (fonte Assoenologi-Ismea-UIV)
LATTE-FORMAGGI
A settembre il prezzo del latte crudo in regione (alla stalla) varia da 54 a 55 €/q.le , circa l’8% in più rispetto a settembre 2023. Quasi il 70% del latte prodotto in regione va alla filiera del Parmigiano Reggiano che macina numeri molto brillanti. Dopo aver chiuso il 2023 con un giro d’affari al consumo che ha toccato il massimo storico di 3,05 miliardi di euro, nel primo semestre 2024 si è registrato un incremento delle vendite totali pari al +15,1% (70.742 tonnellate contro 61.458).