RICCARDO PUGLIESE
Cultura 

Me-Tra, a tutto gas verso un futuro green

Attiva dal 1983 grazie ad un’intuizione dell’imprenditore Alcide Franciosi, l’azienda è fra le cinquanta in Italia specializzate nel trasporto di metano

Me-Tra, a tutto gas verso un futuro green

Me-Tra, a tutto gas verso un futuro green

Di quanto il settore della distribuzione del gas metano sia fondamentale per la tenuta dell’economia italiana ce ne si può rendere conto facilmente. Ma l’intero – e spesso lungo, in termini di distanze – processo di trasporto del gas richiede massime attenzione e serietà, parole che l’azienda sassolese Me-Tra Spa è riuscita, negli anni, sempre più a fare proprie, affermandosi tra le realtà leader del settore: è stata di recente festeggiata da Lapam Confartigianato per i 40 anni di attività. Partita nel 1983 per volontà dell’imprenditore modenese Alcide Franciosi insieme ad altri due soci, l’azienda conta oggi una quindicina di dipendenti, altrettanti collaboratori esterni, 20 mezzi e 7 sedi. In realtà, Franciosi veniva già da un’esperienza nel settore del gas, quando nell’ottobre 1952 aveva aperto la prima stazione di metano per auto di Modena, in via Emilia Est. Questa esperienza gli permise, anni più tardi, di fondare la Me-Tra, azienda dove in seguito ha fatto in modo che entrassero anche i figli Stefano e Cecilia, attuali titolari. "Ai tempi della fondazione, in Emilia-Romagna il sistema di metanodotti era pressoché e, allora, l’unica soluzione era rivolgersi ai ‘carri bombolari’, che la nostra azienda aveva nella propria flotta – spiega Stefano Franciosi –. Anche nei decenni successivi, nonostante sia via via sorta una rete di gasdotti sempre più articolata, per noi il lavoro non è comunque mancato: ricordo che il metanodotto arrivasse a Modena, e da lì – per portare il gas in tutta la provincia – bisognasse rivolgersi ad aziende come la nostra per il trasporto su gomma di metano compresso a ben 200 atmosfere". Il vero cambio di passo, però, ci fu nel 2008, anno durante il quale l’azienda sassolese entrò a far parte del neonato Consorzio Emergenza Italia. Si tratta di un consorzio che, dal Trentino alla Sicilia, raggruppa 8 importanti aziende impegnate nel campo della distribuzione del gas pronte ad intervenire in qualunque momento, attraverso una semplice chiamata, qualora si verifichi una situazione di emergenza. "Attraverso i nostri elevati standard di lavoro, le certificazioni ISO e la formazione degli operatori, siamo riusciti negli anni a conquistare la fiducia del gestore della rete di metanodotti italiani e delle più grandi multiutility – aggiunge Franciosi –. Oggi, la sede centrale rimane stabile a Sassuolo ma abbiamo impianti di compressione a Genova, Millesimo (Savona), Modena, Monselice (Padova), Livorno e Brescia. Ci occupiamo di attività di manutenzione, oltre che emergenziali, come nel recente caso dell’alluvione in Romagna, che ci ha visti impegnati in prima linea per diversi mesi. La richiesta di mantenere elevati standard da parte di aziende come Snam, Hera ed Eni rappresenta per noi uno stimolo importante. Trasportare gas a pressioni così elevate richiede massima serietà ed attenzione, perché può essere molto pericoloso. Abbiamo perciò scelto di sposare una filiera altamente specializzata, in un settore che comunque resta ‘di nicchia’ in Italia, dove le aziende non sono più di 50". Importanti sono anche i progetti che i fratelli Franciosi stanno pianificando per gli anni venturi. In testa, c’è il tema del biometano, ovvero del gas prodotto a partire da materia organica come, ad esempio, la frazione umida della raccolta differenziata o gli scarti alimentari: "Stiamo valutando di realizzare quello che diventerebbe il più grande impianto di produzione di biometano di tutta Europa, con un volume di 100 milioni di metri cubi di gas all’anno – illustra Stefano Franciosi –. Anche la Regione ha espresso grande interesse per questo progetto". Secondo Franciosi, che è anche vicepresidente di Federmetano, il metano potrebbe rappresentare il futuro dei trasporti Green: "Diversi studi evidenziano come un mezzo a metano, nell’intero ciclo di vita, inquini meno di un veicolo elettrico a batteria. Con il biometano, si chiuderebbe un ciclo rinnovabile".

A tal proposito, nel 2018 è stata costituita la startup Sea (acronimo di Sviluppo Energia Ambiente) che ha già depositato due brevetti sui processi di ottimizzazione della produzione di biometano.