Confesercenti fissa le priorità: "Turismo e commercio decisivi"

Il presidente Zucchini chiede più gioco di squadra alle istituzioni: "Investire sulla sicurezza"

Confesercenti fissa le priorità: "Turismo e commercio decisivi"

Confesercenti fissa le priorità: "Turismo e commercio decisivi"

"Qui serve una nuova forma di comunicazione e di presenza tra le istituzioni e le associazioni del commercio locale presenti sul territorio. È su questo che ci giochiamo il futuro di Bologna. Non tanto sulla "Città 30" (che sta creando fratture e contrapposizioni), non tanto sui limiti di velocità nel centro urbano della città e sulla sicurezza stradale, quanto sui temi della sicurezza in termini complessivi, che riescono a compattare le persone che vivono sotto le Due Torri". Massimo Zucchini, presidente provinciale di Confesercenti Bologna, prende di petto la situazione attuale esistente in città. Com’è la risposta dell’ente pubblico, dell’Amministrazione comunale di Bologna?

"In termini nazionali si fa fatica a trovare interventi a favore di piccole e medie imprese come quelle dei nostri associati. Prendiamo il caso del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) dove il settore del commercio è rimasto completamente escluso. Ignorato. Ciò che è commercio, non solo a livello locale, ma anche nazionale viene percepito come superfluo, eccessivo. Confesercenti, invece, continua a pensare che l’alto livello della qualità della vita che, per esempio, è stata raggiunta a Bologna, dipende dalla capacità di avere sul territorio tantissime micro imprese che contribuiscono allo sviluppo sociale ed economico, culturale e della sicurezza del territorio. Se viene a mancare questo passaggio (come sta venendo a mancare) per tanti aspetti legati alla microcriminalità, alla delinquenza, è chiaro che si contribuisce scendere sempre di più nella scena delle città più vivibili".

Quali sono i settori trainanti nella vostra categoria?

"Il turismo e il commercio. Oggi sono l’attrazione principale in città. Tutte le attività economiche di Bologna hanno permesso questo sviluppo dal punto di vista turistico e commerciale. Ce lo diciamo sempre: Bologna è molto bella! Ok, può essere, ma è molto meno bella di Roma o di Firenze, di Pisa o di Venezia. I turisti che scendono sotto le Due Torri amano, sì, dare un’occhiata in giro ai nostri monumenti, alle nostre bellezze artistiche, ma alla fine gli piace ’magnér’, gli piace andare tavola. Muoiono dalla voglia di andare ad assaggiare un bel piatto di tagliatelle al ragù, solo per fare un esempio delle decine e decine di prelibatezze bolognesi". Nel 2023, poco prima di Natale, Confesercenti ha festeggiato i 75 anni di presenza sul territorio, di impegno per il commercio di vicinato. Come si è attrezzata per le nuove sfide del futuro?

"Come tutti, anche la nostra associazione si è trasformata. Sotto le Due Torri sia il commercio che il turismo sono cambiati radicalmente. Il primo nucleo nazionale di Confesercenti è nato proprio a Bologna. Nel 1948 si occupava di ambulanti, di benzinai, di rappresentanti di commercio e di negozianti in sede fissa. Oggi è un’associazione che fa riferimento tutto il settore del commercio e del turismo in senso lato. Anzi, dico che l’attenzione al turismo è aumentata vertiginosamente, perché rappresenta una delle maggiori fonti di crescita complessiva di questa città, soprattutto in termini di occupazione. Si sono aperti nuovi scenari che, come ricaduta, riguardano l’aeroporto e la posizione centrale di Bologna rispetto alle infrastrutture stradali e ferroviarie. In questi anni l’Amministrazione comunale di Bologna ha lavorato bene nella conferma delle proprie specificità, tanto che il settore del turismo (ristoranti e alberghi, pubblici esercizi e bed & breakfast, eccetera) rappresenta una grossa fetta dell’economia locale. In contemporanea, il commercio tradizionale si è trasformato. È arrivata la grande distribuzione, sono imperversate le vendite on line. Per arginare gli effetti negativi dovuti alla chiusura di tanti negozi, Confesercenti è sempre più convinta della necessità di un confronto continuo e diretto con l’amministrazione comunale. Se abbiamo perso il primato nella classifica delle città più vivibili è perché ci sono dei grossi problemi legati alla sicurezza e alla qualità della vita in città che dipendono anche dall’evoluzione (o involuzione) del commercio".