ALESSANDRO CAPORALETTI
Economia

La grande mostra: "L’erede di Raffaello, ecco i capolavori di Federico Barocci"

Luigi Gallo, direttore della Galleria nazionale delle Marche: a Urbino ottanta dipinti provenienti dai musei di tutto il mondo "Lavori e nuovi allestimenti, portiamo Palazzo Ducale nel presente".

La grande mostra: "L’erede di Raffaello, ecco i capolavori di Federico Barocci"

La grande mostra: "L’erede di Raffaello, ecco i capolavori di Federico Barocci"

Luigi Gallo, direttore della Galleria nazionale delle Marche di Urbino, Palazzo Ducale è un grande cantiere in continuo fermento: dopo l’apertura al pubblico dell’ala occidentale del secondo piano (otto sale, quasi cento opere in più, il torricino sud, la loggia e la terrazza del Gallo), ora i lavori al piano nobile con i fondi del Pnrr. Messa in sicurezza, efficientamento energetico, ripensamento della narrazione museale con la creazione di nuove sale tematiche. Un’altra piccola, grande rivoluzione...

"Dall’anno scorso abbiamo reso accessibile tutto il secondo piano di Palazzo Ducale, ridefinendo completamente i criteri espositivi per dare vita a un percorso continuo che dal Cinquecento conduce fino al Settecento attraverso approfondimenti tematici dedicati alla pittura di Federico Barocci e all’arte della ceramica del Cinquecento nel Montefeltro. Questo lavoro di riordino del museo, che è curatoriale ma anche strutturale, permette da una parte di mostrare le opere e le collezioni in maniera diversa, più approfondita e accurata, e dall’altra di adeguare e migliorare Palazzo Ducale a livello impiantistico e strutturale. In questi mesi stiamo invece lavorando sul piano nobile del palazzo, per adeguare il museo e presentare le opere con un allestimento e un percorso nuovi. È un lavoro titanico su un edificio dalla bellezza assoluta, per portarlo nella contemporaneità sotto l’aspetto scientifico e tecnologico. E il palazzo non finisce mai di stupirci, di regalarci sorprese e scoperte, ad esempio interessanti decorazioni murali emerse sotto agli intonaci e il meraviglioso cotto rivelato in tutta la sua bellezza dal restauro dei pavimenti quattrocenteschi. Nello stesso tempo, le opere d’arte esposte al piano nobile sono progressivamente interessate da una grande campagna di restauro, che ci vede collaborare con l’Istituto centrale del restauro e l’Opificio delle pietre dure. Vogliamo portare nel presente Palazzo Ducale, c’è una squadra di lavoro che funziona per rispondere al meglio alle opportunità offerte dal piano nazionale di ripresa e resilienza". Ma intanto è in corso (fino al 5 maggio) la mostra "L’altra collezione. Storie e opere dai depositi della Galleria nazionale delle Marche", che presenta ai visitatori una selezione di opere provenienti dai depositi della Galleria, che per l’occasione sono state oggetto di nuovi studi e sottoposte a interventi di restauro.

"Ecco, la mostra nasce da un altro grande lavoro strutturale che abbiamo eseguito nei depositi della Galleria nazionale delle Marche, per dotarli di impianto antincendio. Abbiamo così intrapreso una campagna di restauro su sessanta opere, ora esposte: una mostra di ricerca che dà l’idea della ricchezza dei nostri depositi di opere da tutta la provincia ed è in grado di valorizzare un grande patrimonio sommerso. Si tratta di una selezione di opere che raccontano la storia dell’arte nelle Marche tra Quattrocento e Ottocento". Il grande evento culturale del 2024 è la mostra dedicata a Federico Barocci, apertura il 20 giugno.

"Sarà la prima mostra monografica su Federico Barocci, l’erede di Raffaello. Riporterà a Palazzo Ducale ottanta capolavori provenienti da tutto il mondo, dal Metropolitan di New York, dal Prado di Madrid, dalla National Gallery di Londra, dal Louvre, con la partecipazione dei Musei Vaticani (generosissimi nei prestiti per questa esposizione), e dai principali musei italiani, come la Galleria Borghese, ma anche dalle chiese di Roma, Perugia, Senigallia e altre ancora. L’obiettivo è di recuperare questa figura straordinaria di pittore nella seconda metà del Cinquecento, che raccolse l’eredità di Raffaello per custodirla e portarla nelle mani di Caravaggio. Barocci è il figlio più puro di Urbino, da questa città non si allontanò mai. E ora Urbino si prepara a rendergli giusto tributo".

Quali altri progetti state portando avanti con i fondi del Pnrr?

"Accanto ai grandi lavori strutturali, di illuminazione e allestimento, procede l’iter di un finanziamento dedicato alla digitalizzazione del patrimonio. In particolare, stiamo realizzando un sito di nuova generazione per la Galleria nazionale delle Marche, che ha naturalmente tutti i criteri di accessibilità. Sarà possibile fare la visita virtuale del museo, avendo accesso al catalogo digitale delle opere, ma anche della biblioteca, che abbiamo finalmente riaperto al pubblico e che è inserita nella rete Opac. Attraverso il sito si potrà accedere a tutte le informazioni".

Altri progetti in cantiere per il 2024?

"La mostra su Federico Barocci assorbe molti dei nostri sforzi culturali, economici e professionali, ma da luglio a dicembre dedicheremo una mostra a Paolo volponi, scrittore e senatore urbinate, che al museo ha destinato parte importante della sua collezione. Grazie al contributo della figlia, che ringraziamo, ospiteremo opere provenienti dalla sua collezione privata, per raccontare l’arte che ha ispirato la scrittura di Paolo Volponi".

Un motivo in più per venire a Urbino e visitare la Galleria nazionale delle Marche.

"Venire a Urbino è un momento di grande pace interiore, qui ci sono arte, cultura e tanta bellezza. Urbino è un luogo dell’anima, uno dei più belli al mondo".