Cineteca, l’eccellenza Duecentomila persone in piazza Maggiore per vedere i capolavori

Boom di spettatori l’anno scorso per ’lo spettacolo più bello del mondo’ grazie ai protagonisti sul palco e alla qualità delle pellicole. Il direttore Farinelli: "Quando inizi un’avventura non sai mai come andrà"

Cineteca, l’eccellenza  Duecentomila persone  in piazza Maggiore   per vedere i capolavori

Cineteca, l’eccellenza Duecentomila persone in piazza Maggiore per vedere i capolavori

di Francesco Moroni

È stato ribattezzato "il più bello del mondo". Un’estate dopo l’altra, con il maxischermo a fare da specchio alla facciata della Basilica di San Petronio, il ‘Crescentone’ come tappeto rosso, le stelle come soffitto: il cinema in piazza Maggiore ha conquistato il cuore di tutti, in città, in Italia, nel mondo. Merito della Cineteca, che ogni anno è in grado di richiamare mostri sacri della settima arte per portarli direttamente ai piedi di Palazzo d’Accursio, con anteprime, dibattiti, restauri che danno ancora più valore ai capolavori.

Soltanto lo scorso anno, 200mila gli spettatori del ’cinema più bello del mondo’: "Quando cominci un’avventura, speri che tutto vada bene, anche se in realtà non sei mai sicuro – aveva raccontato sulle pagine del Carlino Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca –. Il 2020 era stato un anno un po’ eroico, in cui eravamo riusciti a fare le proiezioni nonostante tutto: i dati dicevano 45mila spettatori. Nel 2021 siamo passati a 70mila spettatori, però gli straordinari 200mila del 2018 o del 2019 erano lontani e, siccome le sale non erano andate benissimo, il cinema sembrava un po’ scomparso… Invece l’edizione 2022 han detto, in maniera inequivocabile, che il desiderio di cinema e di stare assieme davanti a uno schermo è immutato, o addirittura più forte".

‘Sotto le stelle del cinema’ e il ‘Cinema ritrovato’ sono il biglietto da visita di una fondazione (ormai dal 2012) che continua a primeggiare a livello internazionale, ma che in realtà porta avanti un lavoro dietro le quinte massiccio e spesso inosservato. "Anche il passato ha un futuro, se quel passato viene considerato come una cosa viva", si legge sul sito della Cineteca per raccontare come tutto è nata: era il 1963 quando si sviluppò la Commissione Cinema, nata per recuperare il patrimonio cinematografico, da cui poi ha preso forma la Cineteca del Comune. Porta avanti da sempre una spiccata vocazione oltre i confini del Paese, pur mantenendo sempre un legame solido e intrinseco con il proprio territorio, diventando "autonoma istituzione comunale" nel 1995.

Dagli archivi ai lavoratori, dalle sale alle biblioteche, fino alle mostre: nel 2000 inaugura la sede di via Riva di Reno, con la creazione di "una cittadella dell’audiovisivo". Nel 2012 arriva la svolta, a quasi cinquant’anni dalla nascita della Commissione Cinema: la Cineteca diventa Fondazione. Una nuova forma statutaria scelta per "ottimizzare le proprie energie, per aprirsi a più dinamiche di lavoro e di ricerca, per affermare una presenza sempre più propositiva e significativa nel campo della cultura cinematografica".

La Fondazione Cineteca di Bologna diventa così un luogo di conservazione archivistica e di restauro, di promozione e diffusione del cinema e dell’audiovisivo, di formazione, di ricerca, di produzione editoriale.

"Una vocazione prismica, una Cineteca oggi più pronta a confrontarsi con tutte le sfide che il cinema, in un’epoca di così profonde mutazioni - tecnologiche, estetiche, sociali -, pone a chi si dà come obiettivo la sua salvaguardia, la sua valorizzazione, la sua comprensione", recita la ‘sinossi’ di una pellicola che non smette ancora di stupire.

Fino al Cinema Modernissimo, radice sepolta nel sottosuolo bolognese, fondato nel 1915 e rimasto per anni inutilizzato. Un importante lavoro di ristrutturazione per riportare al loro originale splendore liberty, pur sfruttando l’attuale tecnologia per un’esperienza audiovisiva all’avanguardia e di assoluta qualità, con proiettori capaci di lavorare sia con la pellicola che con i formati digitali fino al 4K. E ancora il Lumière in piazzetta Pasolini, le collaborazioni con i grandi festival e tanto altro, in una sceneggiatura che deve finire di essere scritta.