Sanità, Patrizi porta in campo l’eccellenza: "Cardiologia dello sport fiore all’occhiello"

Il medico 55enne dell’AC Carpi ha un incarico nazionale e contribuisce all’altissima professionità del Ramazzini insieme al primario Cappelli .

Sanità, Patrizi porta in campo  l’eccellenza: "Cardiologia dello sport fiore all’occhiello"

Sanità, Patrizi porta in campo l’eccellenza: "Cardiologia dello sport fiore all’occhiello"

Potrebbe essere definito come il medico dalle ‘tre C’: ‘Cuore’, per la sua passione per la Cardiologia e la professione di cardiologo; ‘Carpi’ per il rapporto stretto e affettuoso che ha con la città dei Pio dove lavora; ‘Calcio’, o meglio, ‘Carpi Calcio’, in quanto medico sportivo dell’A.C. Carpi Calcio. Il dottor Giampiero Patrizi, 55 anni, romano di provenienza e modenese/carpigiano di adozione, è responsabile dell’Unità Operativa semplice di Unità Coronarica, presso l’U.O. Complessa di Cardiologia, diretta dal dottor Stefano Cappelli, all’ospedale Ramazzini di Carpi. Nell’ottobre 2023 Patrizi è stato eletto Presidente nazionale della Società Italiana di Cardiologia dello Sport (SIC Sport), contribuendo in tal modo a portare la nostra città ai vertici di un settore così rilevante. Un professionista dall’inconfondibile accento romano, rigorosamente in camicia azzurra e cravatta sotto il camice bianco, che si destreggia in reparto tra una consulenza e un messaggio di risposta a un paziente che gli chiede un consiglio, la libera professione alla Clinica di Luciano Tarabini, fino all’adrenalina sul campo da calcio nei fine settimana, con le scarpe da ginnastica ai piedi.

Dottor Patrizi, il cuore è al centro della sua professione. Com’è nata questa passione? "Vengo da una famiglia di medici. Dopo il liceo classico a Viterbo, ho fatto l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma.

Al terzo anno, studiando ‘Fisiologia Cardiaca’, ho capito quale sarebbe stata la mia strada: tra tutte le branche della Medicina, la Cardiologia è una scienza molto ‘esatta’ e rigorosa".

Così si è specializzato in Cardiologia…

"Sì, nel 1997 a Modena, e nel 2001 sono arrivato all’ospedale di Carpi, in Cardiologia. Devo moltissimo ai miei primari, il dottor Silvio Ricci prima e adesso il dottor Stefano Cappelli, con i quali ho instaurato un rapporto reciproco di stima, rispetto e amicizia. E’ grazie alla loro intelligenza, sensibilità e accortezza che sono riuscito a sviluppare il mio percorso professionale, potendo realizzare un altro mio sogno".

Quale sogno?

"Da sempre sono appassionato di sport, e, contemporaneamente al lavoro in reparto, mi sono specializzato, nel 2007, presso la scuola di Medicina dello Sport a Modena diretta dal Prof. Battistini".

Il reparto diretto dal dottor Cappelli si contraddistingue anche per la Cardiologia dello Sport…

"A livello nazionale, il reparto è qualificato in particolare sotto due aspetti: la Cardiologia pediatrica e, appunto, quella sportiva. Nel 2017 è stato inaugurato al Ramazzini l’ambulatorio di Cardiologia dello Sport, e il dottor Cappelli me ne ha affidato la responsabilità, che coniugo con l’attività in reparto e in Unità coronarica. Siamo il punto di riferimento per tutta la provincia di Modena. L’ambulatorio, settimanale, si pone, infatti, a supporto della Medicina dello Sport diretta dal dottor Gustavo Savino, fornendo consulenza specialistica, con approfondimenti clinici grazie alla diagnostica strumentale del reparto, per i sospetti di cardiopatie che dovessero sorgere in sede di visita per l’idoneità all’attività sportiva agonistica".

Qual è la rilevanza di questa attività?

"All’interno dell’ambulatorio lavorano insieme il cardiologo, il medico dello sport (la dottoressa Lucia Tardini) e alcuni specializzandi inviati dalla Scuola di specializzazione in Medicina dello Sport e dell’Esercizio fisico, diretta dalla Prof.ssa Modena. I vantaggi che l’ambulatorio offre allo sportivo che dovesse essere inviato dalla Medicina dello Sport per approfondimenti sono molteplici ed evidenti: basti pensare che nell’11% dei casi, i professionisti dell’ambulatorio di Cardiologia dello Sport hanno rilevato una patologia cardiaca rilevante, anche potenzialmente responsabile di morte improvvisa durante l’attività sportiva".

Una responsabilità che l’ha portata a livelli nazionali

"A ottobre 2023, a Roma, sono stato eletto presidente della Società Italiana di Cardiologia dello Sport, realtà scientifica riconosciuta dal Ministero della Salute. Un grande onore, in quanto la nomina rappresenta un riconoscimento di altissimo livello non solo per la mia professionalità, ma anche per il lavoro svolto dall’intero reparto e in particolare per l’attività dell’ambulatorio di Cardiologia dello Sport. A ulteriore dimostrazione di ciò, è stata eletta nel Consiglio direttivo della SIC Sport, anche la dottoressa Tardini. Se nei mandati precedenti il Presidente era espressione di un grande centro cardiologico di valenza regionale o di una realtà accademica importante, oggi è Carpi ad avere un ruolo di primo piano nella comunità scientifica nazionale nell’ambito della Cardiologia dello Sport: e sarà il teatro comunale carpigiano a ospitare dal 9 all’11 ottobre 2025 il congresso nazionale della SIC Sport. Come Presidente ho previsto la revisione di un documento del 2006 relativo alla prescrizione del ‘farmaco esercizio fisico’ nel cardiopatico, con una valenza quindi non solo medica ma anche sociale".

E il Carpi Calcio?

"Un’altra mia passione! Insieme al dottor Vincenzo Tronci, sono responsabile dell’area medica della squadra. Un legame che nasce nel 2012, sotto la presidenza di Bonacini e Caliumi e la direzione di Giuntoli e che, salvo una parentesi di sei mesi nel 2020 per mia decisione, prosegue ancora, con la presidenza Lazzaretti. Questo ruolo mi aiuta molto anche nella mia professione, consentendomi di stare a contatto con molti atleti, ascoltando le loro problematiche e affrontando anche potenziali rischi".

Qualche intervento ‘sul campo’?

"Fortunatamente mai nulla di gravissimo. Recentemente, a febbraio, a Sorbolo, per Lentigione-Carpi, un calciatore avversario è rimasto a terra privo di sensi dopo un contrasto aereo con un bianco rosso. Siamo entrati in campo con il defibrillatore, ma non è stato necessario attivarlo, e il giovane è stato poi portato via in ambulanza in direzione ospedale di Parma. Sono stati certamente attimi di apprensione, ma poi si è tutto risolto per il meglio per il ragazzo".