Osteriola, da 70 anni la tradizione è servita

Il nome deriva dalla trattoria ora tabaccheria aperta nel 1951. E’ un ’affare di famiglia’ anche il locale ’Barolino’: tre fratelli in cucina

Osteriola, da 70 anni la tradizione è servita

Osteriola, da 70 anni la tradizione è servita

di Maria Silvia Cabri

Una lunga strada che collega il centro della città alla zona industriale. Via Giovanni XXIII si pone tra viale Manzoni e via Guastalla e da sempre svolge un ruolo strategico per Carpi, sia a livello viabilistico che commerciale. Proprio ‘intorno’ a quest’ampia strada si è, infatti, negli anni sviluppato un vero e proprio quartiere, quello dell’"Osteriola". Il nome deriva dalla presenza, dagli anni Cinquanta, lungo l’allora strada bianca, di una ‘osteria’ che era trattoria, vendita di alimentari, bar e tabacchi. A fondarla sono stati nel 1951 i coniugi Dorando Martinelli e Isabella Magnanini: a lei è stata intestata la tabaccheria, ‘Magnanini’ che ancora esiste ai civici 103105. Una tradizione giunta alla terza generazione: alla fine degli anni Ottanta è subentrata la nuora Edda con il marito Gianfranco e dal 2008 con loro c’è il figlio Emanuele Martinelli. La ricevitoria a metà febbraio è stata ‘baciata’ dalla fortuna: un cliente con una schedina precompilata da 5 euro, si è portato a casa 4 milioni di euro con il Superelanotto. "Sono tanti i clienti che ogni giorno passano da noi – racconta Emanuele – . Speriamo che i soldi siano finiti a chi davvero ne aveva bisogno!". Altro negozio storico è la cartolibreria ‘Berni’: fondata nel 1958, ha servito e visto crescere intere generazioni di studenti carpigiani. Venti anni fa è stata rilevata da Elisabetta Angeli e dal marito Paolo Forti: "Mia moglie (che da ragazzina veniva proprio dai ‘Berni’ a rifornissi di materiale) ha lanciato l’idea di iniziare questa ‘avventura’ e siamo partiti – spiega Paolo –. Dalle scuole materne all’università, gli studenti possono trovare tutto da noi, siamo specializzati in testi su ordinazione. Abbiamo anche la cancelleria, ma è evidente che a fronte della concorrenza delle grandi catene e dell’on line, abbiamo preferito puntare su servizio, consigli e professionalità". Oggettistica, gadget, cartoleria e veramente tanto altro: qualunque cosa si può trovare all’Arcobaleno Blu, e a prezzi molto competitivi. I primi a realizzare questo tipo di negozio (al tempo solo ingrosso), nel 1983, sono stati a Rovereto Adriano Coppi e la moglie Elvira Chiavarini. Poi la ‘svolta’ di Carpi e Mirandola con la figlia Sara Coppi: "Nel 1999 ho deciso di aprire un punto vendita a Carpi – racconta Sara –. Sono partita con giocattoli, casalinghi, articoli per la scuola e piano piano ho esteso i settori aggiungendo bomboniere, fai da te, piccolo mobilio, fiori e piante artificiali. Nel 2003 ho aperto anche a Mirandola e, prima del sisma, abbiamo ampliato lo store di Carpi spostando l’ingresso su via Genova". "Il nome è stato scelto dalla mamma: gli arcobaleni le mettono allegria e ha scelto varie gradazioni del blu. Sotto la nuvoletta c’era la scritta: ‘Una pioggia di occasioni’". In questi anni lo store ha seguito i cambiamenti della società: "Si va un po’ per ‘annate’: c’è stato il boom del fai da te, prima tele e legno, poi con lane e uncinetti". Il settore giocattoli ora è meno ‘appetibile’ perché i bambini iniziano presto a usare gli smartphone e i tablet; lanciatissimo invece è quello delle feste e delle bomboniere: "Noi forniamo tutto per confezionarle o, a richiesta del cliente, le facciamo trovare già pronte per il giorno della cerimomia, garantendo un servizio completo".

Un ‘affare di famiglia’ è anche quello del vicino ristorante ‘Il Barolino’ dei tre fratelli Barolo: Marco, Stefano e Andrea.

L’avventura parte alla fine degli anni Novanta, quando Marco e Stefano prendono in gestione insieme ad Andrea (cuoco) i ‘Cacciatori’ verso Cortile. "Ci siamo detti: perché non realizziamo qualcosa di ‘nostro’? Nella zona dell’Osteriola c’era un locale con scritto ‘affittasi’: era quello che cercavamo – spiegano i fratelli –. L’11 gennaio 1999 abbiamo aperto la nostra attività che portiamo avanti con passione e professionalità. ‘Barolo’ sarebbe stato impegnativo come nome: al tempo avevamo i figli piccoli e abbiamo pensato a qualcosa di più simpatico, ne è uscito ‘Barolino’". Oltre ai tre fratelli, in cucina c’è mamma Lorenza che coordina la realizzazione di pasta e gnocco fritto, mentre in sala per scambiare due parole c’è papà Franco.

"Nel corso degli anni – raccontano i fratelli – ci siamo consolidati come ristorante vocato al commercio, vista la strategica vicinanza alla zona industriale e all’autostrada. Questo ci ha consentito di farci conoscere (e apprezzare) in tutta Italia, perché molti imprenditori portano a pranzo i clienti provenienti da tutte le regioni". Dallo scorso settembre è stato aperto, di fronte al ristorante, il ‘Barolino food lab’ dove si possono acquistare ragù fatti in casa e altre primizie e di recente i fratelli sono stati premiati dall’Accademia Italiana della Cucina con il Diploma di Buona Cucina che certifica la qualità e l’eccellenza.

Maria Sivlia Cabri