L’emergenza è demografica: "Cresciamo nonostante tutto, ma servono nuovi ingressi"

Rita Ghedini, presidente Legacoop Bologna, descrive un 2023 con crescita economica nonostante sfide come inflazione e calamità naturali. Previsioni per il 2024 indicano una frenata, ma investimenti in ricerca e solidarietà restano cruciali per il futuro. Emergenza occupazionale e necessità di affrontare l'inverno demografico.

"Un anno positivo, nonostante tutto". Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna, racconta un 2023 in cui le luci, alla fine, sono state maggiori delle ombre.

Presidente, chi cresce di più.

"I buoni risultati sono generali, ma in settori come le costruzioni e i servizi, e filiere loro connesse, la crescita è stata duplice, avendo riguardato sia i volumi che il valore".

E la grande distribuzione organizzata, in una parola, i supermercati?

"Si è trattato in quel caso più di una crescita di valore, spinta da un’inflazione galoppante".

Anticipazioni sui risultati d’esercizio?

"Un’analisi dei preconsuntivi ci dice che più dell’80% delle nostre cooperative chiuderà in utile, e ciò nonostante tutto".

Nonostante clima, guerre, instabilità...

"Pensiamo al mondo dell’agroalimentare, e a quanti sconquassi sono arrivati dall’insieme di fattori drammatici come grandinate, alluvioni, guerre, invasioni, nuove patologie fitosanitarie o la siccità che ha contraddistinto il 2023".

Fattori ormai endemici. Come fare?

"Per adesso unico ombrello sono le assicurazioni che è possibile sottoscrivere per tutelarsi, ma si tratta di oneri sempre maggiori per le aziende, divenuti ormai parte integrante dei costi di produzione".

E gli aiuti?

"Al di là degli annunci, gli unici arrivati sono quelli derivati dalle raccolte di solidarietà e dalla solidarietà di sistema".

Fin qui abbiamo parlato del 2023. L’anno che abbiamo davanti, invece?

"Per il primo quadrimestre del 2024 prevediamo una significativa e generalizzata frenata della crescita, con una riduzione della domanda e con maggiori difficoltà a stanziare finanziamenti e con tempi di saldo delle fatture più lunghi. L’unica cosa che non calano sono, nonostante ciò, gli investimenti delle nostre cooperative in ricerca e investimento, consapevoli che siano le uniche strade per garantire una crescita".

Che futuro vede?

"Dovremo interrogarci sempre di più sulle forme di solidarietà attiva per far fronte ai bisogni dei territori, dal welfare alle emergenze che ormai purtroppo tali non sono più. Anche a fronte di andamenti demografici che peggiorano di anno in anno, con conseguenti invecchiamento e riduzione della popolazione attiva".

Il lavoro regge?

"Sul fronte occupazionale sussiste un’emergenza che ormai segnaliamo dal 2022. Mancano persone da inserire in molti ambiti. Mancano competenze e mancano persone".

È l’inverno demografico, si diceva.

"È necessario incentivare le nascite e regolare gli ingressi, l’accoglienza e la formazione di lavoratori stranieri, unendo i temi umanitari a quelli economici".