
L’artista carpigiano Adolfo Lugli, attualmente è protagonista di una mostra a Modena
"Con ‘Mappe Esosomatiche’ cerco di immaginarmi dove ci porterà questa illimitata capacità di produrre, di consumare, e se questo contribuisca a migliorare o a peggiorare le sorti della nostra società". Così l’artista carpigiano Adolfo Lugli introduce la sua mostra, ‘Mappe Esosomatiche’, visitabile nel Complesso di San Paolo a Modena (via Selmi 63) fino al 16 dicembre. Una quarantina le opere esposte e tutte frutto dell’originale ricerca artistica di Lugli che attinge ai materiali, agli schemi progettuali, alle produzioni delle aziende del territorio che hanno contribuito alla realizzazione del progetto: Igea, Barchemical, Mantovani Benne, Publieuropa, Progetto Legno, Neon King. "Sono cresciuto nel clima culturale degli anni Sessanta – spiega l’artista – immerso tra stili, materiali e avanguardie artistiche, stimolato dalla curiosità di vedere e capire il mondo come veniva creato. Carpi vuol dire scagliola, xilografia, acqueforti, tutti i sistemi di stampa e di riproduzione di immagini, che sono stati spesso utilizzati nelle aziende del territorio, soprattutto maglieria, ambito dove poter applicare la stampa a maglie e tessuti, e in cui si ritrova la rappresentazione di una circolarità che rappresenta la nostra vita che è fatta di esperienza diretta, che elabora un pensiero e stimola una produzione". Il titolo ‘criptico’ della mostra, come si legge nel testo d’introduzione del catalogo scritto da Sandro Parmiggiani, riassume in realtà il lavoro di una vita di Lugli, il suo percorso artistico e di sperimentazione tra tecniche e materiali. Il termine ‘esosomatico’ riporta al Festival Filosofia 2019, che aveva come tema ‘Persona’, e a Carlo Sini, uno dei maggiori filosofi italiani contemporanei, il quale sostiene che il corpo umano è un corpo tecnico e che la tecnica è una proiezione esosomatica, così come lo è il linguaggio. Le opere esposte hanno radici all’inizio del percorso artistico di Lugli: in mostra a Modena si trova l’ultima parte e la più estrema del percorso, con queste ‘Mappe’ che recano tracce del lavoro dell’uomo nelle quali l’artista interviene con la sua visione e la sua sensibilità per indicarne un nuovo significato, una nuova capacità di comunicare. "Visitare le aziende del nostro territorio è stato importante per riprendere forme, segni, macchine, oggetti – illustra l’artista –. Ho guardato con più attenzione come si producevano i manufatti, con una maggiore comprensione di cos’è un oggetto, la differenza tra un pezzo commerciabile e uno solo da guardare. Si pensi alla moda dove gli oggetti impreziosiscono grazie all’apporto dell’arte, con la sua genialità e la sua originalità. Poi ci sono, ovviamente le nuove tecnologie che hanno ampliato gli spazi ben oltre le pareti del mio laboratorio.
C’è una magia che viene fuori dall’osservazione di ciò che può dire il mondo". La mostra gode del patrocinio del Comune di Modena ed è stata realizzata in collaborazione con il Circolo culturale MAC (Movimento Arti Contemporanee).
Maria Silvia Cabri