Mihajlovic a Sanremo duetta con l'amico Ibra. "La partita della vita? Contro la malattia"

L'allenatore del Bologna sul palco dell'Ariston canta con l’attaccante del Milan e con Amadeus e Fiorello, “Io Vagabondo” dei Nomadi

Da sinistra: Fiorello, Mihajlovic, Ibrahimovic e Amadeus sul palco di Sanremo

Da sinistra: Fiorello, Mihajlovic, Ibrahimovic e Amadeus sul palco di Sanremo

Sanremo, 4 marzo 2021 - Dalla Sardegna Arena al palco dell’Ariston, tutto in 24 ore. Sinisa Mihajlovic fa il suo ingresso a Sanremo, insieme all’amico Zlatan Ibrahimovic - super ospite di questa edizione - nella serata canora dedicata a cover e duetti. E lo fa cantando, insieme all’attaccante del Milan e ad Amadeus e Fiorello, “Io Vagabondo” dei Nomadi: un abbraccio con Zlatan, prima dell’esibizione (“E’ un gladiatore, una persona che sa cos’è il coraggio. Molto forte in campo, quasi come Zlatan”, la maniera in cui Ibrahimovic lo ha accolto sul palco), poi tante battute, tanti scherzi e anche qualche momento toccante, come quello in cui Sinisa ha ricordato il periodo della sua malattia.

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“Ho raccontato tutto nel mio libro, “La partita della vita”. Una malattia perfida, arrivata all’improvviso. Da quando sono entrato in ospedale ero convinto avrei vinto, ho avuto ragione”. E interviene Zlatan: “Quando ho sentito la notizia non avevo la forza di chiamarlo, quando ci sono riuscito facevo fatica a parlare. Era lui a dare a me energia. Gli avevo detto che lo avrei aiutato in ogni modo, e mi disse che gli serviva un attaccante per fare gol. Mi chiamava tutti i giorni (ride, ndr)”.

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Ma c’è anche modo per riavvolgere il nastro della loro amicizia, con le prime impressioni di Sinisa: “Sembro James Bond. Un festival bellissimo, ma ho sempre saputo che era di Zlatan. La nostra è un’amicizia particolare, iniziò con una testata. Era un Juventus - Inter, mi ricordo io come finì. Lui lo devi provocare, non puoi minacciarlo. Era talmente arrabbiato che mi tirò una testata. Quando è venuto all’Inter volevo ridargli la testata, noi nei Balcani l’affetto lo dimostriamo così”.

Carattere sanguigno, e idee già chiare sin dall’inizio, come spiega Zlatan: “Si vedeva già che voleva fare il primo allenatore, era sempre in palestra, più gonfio di noi che giocavamo. Tutti sanno che tira le punizioni come gli altri tirano i rigori, non come quelli che tiro adesso”. Gli applausi del pubblico, per forza di cose, non sono arrivati, ma da casa è sicuro che tanti abbiano applaudito al bel momento tra i due, fatto di scherzi, risate e provocazioni (“Una cosa che io ho ma che lui non ha - spiega Sinisa - è la Coppa dei Campioni”).

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Poi è il turno della canzone: “Una cosa che con Zlatan non ho mai fatto è cantare. La musica italiana mi piace, c’è una canzone, Io Vagabondo, che ci accomuna, entrambi siamo dei giramondo”.

Ed è il momento di esibirsi, di cantare (o di provarci) insieme all’amico Zlatan, ad Amadeus e a Fiorello, ribattezzati per una serata gli ‘Abbadeus’. Divertito, contento, felice di stare su quel palco. Nonostante la sconfitta del suo Bologna la sera prima Mihajlovic ha potuto trovare un altro modo di sorridere. Ma domani si torna in campo, nella sua Casteldebole: c’è una gara contro il Napoli da preparare.