Alessandra Zorzin uccisa a Vicenza, suicida il killer

La ragazza di 21 anni, mamma di una bimba di 2, è stata uccisa con un colpo al volto che l'ha sfigurata. L'assassino, un 38enne guardia giurata ricercato dalle forze dell'ordine, si è sparato con la stessa arma del delitto

Alessandra Zorzin aveva 21 anni (foto Ansa)

Alessandra Zorzin aveva 21 anni (foto Ansa)

Vicenza, 15 settembre 2021 - Si è tolto la vita in serata, l'uomo che per tutto il giorno è stato cercato dagli investigatori, accusato di avere ucciso con un colpo di pistola al voltoAlessandra Zorzin, parrucchiera di 21 anni e madre di una bambina di 2. La ragazza è stata trovata dal marito, sfigurata, nella loro casa nella frazione Valdimolino di Montecchio Maggiore, nel Vicentino.

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L'assassino si è tolto la vita

Si è tolto la vita l'uomo ritenuto responsabile dell'omicidio Si è sparato con la pistola utilizzata per il delitto. L'omicida è il 38enne padovano Marco Turrin, residente a Vigodarzene (Padova), guardia giurata. Femminicidio di Alessandra Zorzin, il killer Marco Turrin diceva di avere una fidanzata

Sull'uomo si era da subito concentrata l'attenzione dei carabinieri, che sin dalle prime battute avevano acquisito nei suoi confronti numerosi indizi. Immediatamente erano scattate le ricerche del sospettato, che nel frattempo aveva fatto perdere le sue tracce, allontanandosi a bordo della propria autovettura. Nel corso della giornata era stato più volte individuato il suo passaggio in provincia di Vicenza e in altre zone limitrofe, senza però che le numerose pattuglie riuscissero ad intercettarlo. In serata, l'autovettura è stata rilevata nuovamente in provincia, nella zona di Creazzo (Vicenza).

L'auto è stata notata nella zona di Vicenza Ovest da due pattuglie dei carabinieri e della polizia, che stava collaborando nelle ricerche del sospettato. Alla vista delle pattuglie Turrin, sentendosi ormai in trappola, si è sparato all'interno dell'autovettura. Immediatamente soccorso, nonostante i tentativi di rianimazione del personale sanitario, Lì'è morto poco dopo.

L'omicidio di Alessandra

Sono le 11 di mattina quando Alessandra apre la porta al suo assassino: lei è sola, non è andata nel negozio di parrucchiere di Vicenza dove lavora e la figlia è al nido. È un incontro abituale, riferiscono i vicini, una presenza maschile diventata da qualche tempo particolarmente assidua. Ma qualcosa in quella visita non segue il solito copione, i vicini sentono prima le urla di un litigio poi un rumore sordo che definiscono "inquietante". È proprio il presagio che possa essere accaduto qualcosa di brutto a spingerli a suonare invano il campanello di Alessandra mentre l'uomo di allontana a bordo della proprio vettura, parcheggiata fuori dall'abitazione. Ad incrociare lo sguardo dell'assassino dopo l'omicidio è stata la titolare della trattoria appena sotto la contrada: "L'ho visto andare via, camminava con andatura normale, non di fretta - racconta - come se nulla fosse accaduto".

Nel frattempo i vicini allertano il marito, che stava pranzando a casa dei genitori. L'uomo, chiavi in mano, si è precipitato nell'abitazione: è stato lui a trovare la moglie distesa sul letto, ormai morta, il volto devastato da un colpo di pistola. È proprio il marito a chiamare i carabinieri, ad attendere l'arrivo del pm Luigi Salvadori e a rispondere a tutte le domande degli investigatori.

Alessandra e il marito vivevano da un anno e mezzo a Montecchio Maggiore. Delle loro vita familiare resta traccia nei tanti post sui social della ragazza, dedicati quasi esclusivamente alla figlia.

La reazione della comunità

"Gli abitanti di Valdimolino (frazione di Montecchio) sono sconvolti. Si tratta di una comunità molto tranquilla e nessuno sa spiegare questo terribile gesto - afferma il sindaco di Montecchio Gianfranco Trapula - ancora una volta, purtroppo, ai danni di una giovane donna e giovane mamma".

Per il Presidente della Provincia di Vicenza Francesco Rucco rabbia e incredulità devono lasciare il posto ora a segni concreti. "Invito i colleghi sindaci a mettere le bandiere a mezz'asta per ribadire la nostra ferma condanna contro ogni forma di violenza - propone - e come impegno a promuovere concretamente la cultura del rispetto". 

Nel corso degli ultimi giorni è la terza donna uccisa in Veneto

Solo 5 giorni fa, il 10 settembre, sempre nel Vicentino, Pieragelo Pellizzari aveva atteso l'arrivo della moglie Rita Amenze, alle 7 del mattino, davanti alla fabbrica e l'aveva uccisa con quattro colpi di pistola. La fuga dell'uomo è durata circa 30 ore; po la cattura, ora è in carcere. Vicenza, femminicidio Rita Amenze: arrestato il marito in fuga / VIDEO

Proprio questa sera, alle ore 20.30 a Noventa Vicentina è in programma una fiaccolata in ricordo di Rita Amenze con raccolta di fondi per le tre figlie della vittima, che vivono ancora in Nigeria. Ma lo scopo è anche dire stop ai feminicidi, basta alla violenza contro le donne Femminicidio Rita Amenze: fiaccolata e raccolta fondi per le tre figlie in Nigeria

"Troppa barbarie" sono state le parole del Vescovo ai funerali di Chiara

Lunedì a Fumane si sono svolti invece i funerali di Chiara Ugolini, uccisa dal vicino di casa, a Calmasino di Bardolino, nel Veronese, che si è introdotto nella sua abitazione all'ora di pranzo attraverso una finestra e poi le ha messo in gola uno straccio imbevuto di candeggina. Omicidio a Verona, Chiara Ugolini si è difesa fino alla morte Anche in questo caso l'assassino aveva tentato la fuga, in moto, ma era stato catturato all'altezza di Firenze.

Femminicidio di Chiara Ugolini, in centinaia al funerale. Il Vescovo: "Troppa barbarie"

Femminici in Italia: ad oggi 83 casi

Sette donne uccise negli ultimi dieci giorni. Sono i drammatici dati di un 2021 che conta, fino ad oggi, 83 femminicidi, quasi tutti avvenuti in ambito familiare. Il termine femminicidio indica chi è la vittima, chi l'assassino e anche il movente: è stata uccisa una donna, in quanto donna (non, ad esempio, nel corso di una rapina) da un uomo a causa del patriarcato che fa ritenere le donne oggetti o comunque proprietà dell'uomo.

Dei 199 delitti commessi da gennaio ad oggi, 83 sono donne e oltre la metà sono state uccise proprio dal partner o da un ex. Il numero dei femminicidi in Italia da gennaio ad oggi si appresta a raggiungere quello dello stesso peridio del 2020 quando si erano registrate 84 vittime e 116 in tutto l'anno. Il fenomeno della violenza di genere è ormai da tempo un'emergenza sociale. Nel 2020 le chiamate al 1522, il numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking, sono aumentate del 79,5% rispetto all'anno precedente, sia per telefono, sia via chat (+71%). Con un boom da fine marzo, in corrispondenza del lockdown scattato per la pandemia. Guardando più indietro, il 2018 si è chiuso con 141 donne vittime di femminicidio, e il 2019 con 111, l'88,3% delle quali uccise da una persona conosciuta: quasi metà dal partner, l'11,7%, da un uomo con cui erano state in passato, il 22,5% da un familiare (inclusi i figli e i genitori) e il 4,5% da un conoscente, un amico o un collega.