PoliticaElezioni, il Veneto tradisce la Lega. Zaia attacca Salvini: "Risultato deludente"

Elezioni, il Veneto tradisce la Lega. Zaia attacca Salvini: "Risultato deludente"

L'europarlamentare trevigiano Toni Da Re chiede le dimissioni di Salvini, il segretario fa muro: "Io dimettermi? No, non ho mai avuto così voglia di lavorare”. La Liga Veneta incalza

Luca Zaia (a destra) e Matteo Salvini (a sinistra)

Luca Zaia (a destra) e Matteo Salvini (a sinistra)

Venezia, 26 settembre 2022 – Dopo il brindisi della vittoria, oggi nel Nordest è il giorno delle analisi di un voto che ha schiacciato la Lega in tutti i collegi in Italia e perfino nel Veneto, terra leghista per eccellenza. Sono ore di riflessione per i vertici del partito, doppiato dagli alleati di Fratelli d’Italia: prima forza politica in Veneto e in Friuli Venezia Giulia, le due regioni trainanti dei valori del Nordest.

Zaia attacca, la Liga Veneta affonda e l'europarlamentare trevigiano Toni Da Re chiede le dimissioni di Salvini. Ma il segretario nazionale non ha dubbi: "Io dimettermi? No, non ho mai avuto così voglia di lavorare”. Così Matteo Salvini sgombra il campo dai rumors di chi dice che dopo l'enorme perdita di voti alle politiche ora dovrebbe lasciare il ruolo di vertice al Carroccio. Il segretario annuncia anzi che già da domani si rimetterà al lavoro sui territori per dare voce a chi fa politica 'sul campo', ossia sindaci e militanti. Ma i governatori non ci stanno.

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I dati sono implacabili, la linea di Salvini rischia di aprire una crepa alla base del partito. Nel collegio Veneto 2 (Padova, Rovigo, Verona e Vicenza) Fratelli d’Italia è in testa con il 33,11% dei voti e la Lega resta al 14,61%, mentre nel collegio Veneto 1 (Belluno, Treviso e Venezia) il partito di Giorgia Meloni è al 32,06% e il Carroccio al 14,46%. La forbice si allarga in Friuli Venezia Giulia: FdI al 31,30% e la Lega è al 10,95%.

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La linea Maginot ha ceduto

Dopo una notte elettorale caldissima, il governatore Luca Zaia – da sempre leader antagonista del segretario Matteo Salvini – ha rotto il silenzio sono poco fa, nel primo pomeriggio del “day after”. E lo ha fatto con la sua solita implacabile calma, con una risposta al vetriolo ai tanti salviniani che stanotte, con gli scrutini ancora in corso, avevano cercato di scaricare le responsabilità del risultato leghista sulla “linea dei governatori”, con Zaia e Fegrida in prima linea. E questo perché, dopo l’ultimo incontro di Pontida, con Zaia all’attacco sulla mancata autonomia delle regioni, all’interno del partito si teme un’avanzata dal gruppo legato al governatore veneto.

“Il voto degli elettori va rispettato – commenta Luca Zaia – perché, come diceva Rousseau nel suo contratto sociale, 'il popolo ti delega a rappresentarlo, quando non lo rappresenti più ti toglie la delega’. È innegabile come il risultato ottenuto dalla Lega sia assolutamente deludente, e non ci possiamo omologare a questo trovando semplici giustificazioni”.

Liga Veneta: l’affondo contro Salvini

Ad ogni ora che passa, sono sempre più numerose e autorevoli le voci critiche sul risultato elettorale della Lega da parte di esponenti della Liga Veneta. Dagli assessori regionali Roberto Marcato e Paolo Bottacin, ad uno degli esponenti storici della Lega: Paolo Marcato. L'europarlamentare Toni Da Re ha chiesto le dimissioni del leader Matteo Salvini.

Secondo il presidente della Regione, Luca Zaia, "è doveroso che siano ascoltate le posizioni, anche quelle più critiche, espresse dai militanti". Zaia conferma che sarà a Milano per esporre la sua analisi del voto all'imminente Consiglio federale. Anticipa, comunque, che il risultato elettorale è stato "assolutamente deludente" per il suo partito. E precisa che bisogna approfondire le ragioni di questo voto: tanti leghisti hanno votato per Fdi, ma tanti si sono anche astenuti.