Bimbo di Verona tra i rapiti in Ucraina e deportati in Russia. I nonni: "Non sappiamo che futuro avrà"

La mamma un agente dei servizi segreti. Figlio di un veronese, il bambino di sei anni era stato portato in Donbass dall'ex compagna

Verona, 19 marzo 2023 - Nel dramma dei bambini deportati dal Donbass in Russia ci potrebbe essere anche Roman, un bimbo con cittadinanza italiana, di 6 anni e nato a Verona, che i nonni temono possa essere tra i piccoli rapiti. Si tratta di migliaia di casi per i quali Vladimir Putin è ricercato per crimini di guerra dalla Corte internazionale penale (video).

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16mila bambini deportati

Da quando è scoppiato il conflitto sono oltre 16mila i bambini ucraini portati forzosamente e illegalmente in Russia. Il dato proviene dal governo di Kiev, che parla di 16.221 minorenni. Oggi la Corte penale internazionale ha emesso un mandato d'arresto contro il presidente russo, Vladimir Putin, e la commissaria russa per i bambini, Maria Lvova -Belova, proprio per la deportazione dei bambini ucraini dalle zone occupate.

Sul sito del governo ucraino volti, nomi e città dei piccoli portati via dai russi.

Roman tra i rapiti

E tra questi bambini ci potrebbe essere anche il piccolo, Roman. Figlio di un veronese che vive a Caprino in provincia di Verona e dell'ex moglie ucraina, era stato portato dalla donna nel Donbass poco dopo la nascita e mai più riportato a Verona. I nonni di Roman disperati, in cerca di notizie sul destino del nipote hanno lanciato un appello: la madre del piccolo, riferiscono attraverso la stampa locale, avrebbe lavorato per i servizi segreti ucraini e poi sarebbe passata dalla parte filorussa.

L'ultima foto un anno fa

"Malgrado l'interessamento del console italiano in Ucraina e i vari tentativi fatti da noi anche con l'aiuto di politici locali - hanno riferito - la posizione della madre si è ulteriormente irrigidita, azzerando totalmente i contatti da circa un anno. A tuttora non sappiamo dove Roman sia e con chi viva. Noi riceviamo notizie frammentarie da persone che rischiano la loro vita fornendoci queste informazioni. Fino ad un anno fa facevamo qualche videochiamata con il piccolo, che non parla italiano per scelta della madre, poi nemmeno quella, e i numeri di telefono risultano bloccati". 

Lo scorso anno, i parenti avevano sostenuto che un missile era caduto a meno di due chilometri dall'abitazione dove il piccolo risiede con la madre, e avevano sottolineato che è "in costante pericolo di vita". Il padre del bimbo aveva conosciuto sua moglie in Ucraina e si erano sposati là, ma quando il piccolo aveva 3 mesi la donna l'ha portato con sé in Ucraina, quindi ha divorziato. L'ultima volta che i nonni hanno visto il bambino di persona è stato nel 2018.

L'appello dei nonni

La sindaca del Comune veronese ha riferito di non aver mai visto il padre, unico residente in Veneto della famiglia, mentre un anno fa aveva ricevuto il nonno, che le aveva raccontato la storia della separazione e la sua preoccupazione per le sorti del piccolo. Si appellano anche alla Convenzione sui diritti dell'infanzia i nonni di Roman: "Ci rivolgiamo a chiunque voglia prendersi cura del piccolo Roman", dichiarano al Corriere Veneto. Chiedono di potergli parlare, di poterlo rivedere. "Ci piacerebbe che imparasse l’italiano, che potesse conoscere i luoghi, la cultura e il Paese in cui è nato. Se fosse qui andrebbe a scuola... Un bambino che non sappiamo che futuro avrà".