Terremoto, il pompiere e la lettera a Giulia. "Gesto istintivo"

Il vigile del fuoco che ha lasciato il biglietto sulla bara della bimba morta a Pescara del Tronto: "Macché eroe, non l'ho salvata" SPECIALE: FOTO E VIDEO - IL CONTO CORRENTE PER AIUTARE LE VITTIME

Terremoto, il vigile del fuoco Andrea De Filippo: suo il biglietto sulla bara di Giulia

Terremoto, il vigile del fuoco Andrea De Filippo: suo il biglietto sulla bara di Giulia

Ascoli Piceno, 29 agosto 2016 - «La lettera è stata un gesto istintivo, da cittadino semplice. Non volevo prendermi i meriti di nessuno». Il vigile del fuoco Andrea De Filippo è diventato un eroe, non per caso. È diventato eroe per aver chiesto scusa. «Scusa se non abbiamo fatto in tempo a salvarti», c’è scritto nella toccante lettera lasciata dal giovane pompiere sulla bara della piccola Giulia, nove anni, di Roma, una delle tante, troppe, giovanissime vittime di questo tremendo sisma (foto e video).    Andrea, 28 anni, è in servizio come ausiliario ad Ascoli ma è originario dell’Aquila. Dal capoluogo abruzzese si è trasferito nel Piceno, assieme alla famiglia, dopo che il terremoto del 2009 ha distrutto la sua abitazione. E oggi Andrea è divenuto il vigile del fuoco più famoso d’Italia. «Ma non sono un eroe, sono soltanto un essere umano, che è andato lì quella notte, come tanti, a dare una mano. Anche perché non sono neppure un vigile del fuoco a tutti gli effetti».   

Andrea non è ancora un effettivo, ma sogna di diventarlo. Il primo giorno dei soccorsi era sulle rovine di Pescara del Tronto a togliere i calcinacci. In presa diretta ha visto lo sforzo, il sudore di chi ha riportato alla luce decine di persone sepolte sotto le proprie case. Che cosa lo ha spinto a scrivere quella lettera che ha emozionato l’Italia intera? «Ero lì, prima della funzione. Avevo una penna, un foglio e ho scritto quello che pensavo. Mi è venuto spontaneo, non ci ho pensato più di tanto. Non ho incontrato i familiari e non ho parlato con loro, perché non volevo prendermi i meriti di nulla». Ma ha sentito comunque il dovere di chiedere scusa. Come scusa ha chiesto per un post poco felice, scritto qualche giorno prima, nel quale invitava i rappresentanti istituzionali a «dare alloggi agli sfollati», anziché «agli immigrati». 

«Non volevo, ma mi è ribollito il sangue in questi giorni.  Ho vissuto il dramma della mia città, e ho visto quante cose lì sono state gestite male». Andrea continua a definirsi soltanto un «semplice cittadino che ha dato una mano»; la sua lettera, intanto, ha fatto il giro del mondo. «Questo lo so, ma, vi giuro, non volevo diventare un personaggio». L’ausiliario era lì a Pescara del Tronto anche quando è stata salvata Giorgia, la sorellina di Giulia. «Mi sono limitato, in mezzo alla polvere di quella casa, a riempire decine e decine di secchi con detriti e calcinacci. È stato commovente vedere Giorgia viva in braccio ai pompieri, era ancora viva».    Giorgia e Giulia, trovate vicine vicine tra le rovine della loro cameretta, strette in un abbraccio che è diventato il simbolo della vita e delle morte, e che racchiude tutto il significato di questa esistenza, così debole di fronte alla forza della natura, così straordinaria da farci riconoscere un angelo, vestito da eroe.