Cassa di Risparmio di Cesena, ok al Bilancio e al Piano industriale

Perdita d’esercizio di 252 milioni, via libera a un aumento di capitale per 280 milioni con l’intervento del Fondo interbancario Warrant gratuiti per gli azionisti

La sede della banca all’ex Zuccherificio

La sede della banca all’ex Zuccherificio

Cesena, 8 giugno 2016 – Il consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio di Cesena ha approvato all’unanimità il Bilancio 2015, il Piano industriale 2016-2020 e deliberato l’aumento di capitale necessario per il rafforzamento patrimoniale. La banca spiega in una nota che è stato deliberato un aumento di capitale fino a 280 milioni di euro riservato allo Schema Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e l’attribuzione di warrant gratuiti da assegnare in opzione agli azionisti esistenti. Una scelta che secondo l’istituto è stata presa per dare agli azionisti «una prospettiva di parziale recupero dei valori patrimoniali, avendo questi ultimi fino a 5 anni di tempo per valutare se esercitare o meno i suddetti diritti». Il Consiglio di Amministrazione ha chiesto all’Assemblea di prossima convocazione di avere delega per eseguire il suddetto aumento di capitale ad un prezzo compreso tra euro 0,1 ed euro 0,8 per azione.

La Crisp spiega ancora che l’aumento di capitale proposto porterà gli indici di solidità patrimoniale CET 1/Tier 1 al 10,93% e Total Capital Ratio pari al 13,07%, superiori ai limiti minimi indicati da Banca d’Italia e tra i migliori livelli di solidità del sistema bancario. «Il Bilancio d’Esercizio 2015, con accantonamenti e oneri straordinari per 390 milioni di euro e una perdita d’esercizio di 252 milioni euro, si configura come un bilancio di svolta» aggiunge la nota della banca. E rileva che «tali accantonamenti portano gli indici di copertura dei crediti deteriorati al 51,6%; in particolare per le sofferenze le coperture si attestano al 65,9%, livelli superiori a quelli medi di mercato».

Infine «il Piano Industriale 2016-2020, unitamente agli interventi effettuati sul bilancio e all’aumento di capitale, pone solide basi per un concreto rilancio dell’istituto nel territorio di riferimento ed è destinato a favorire in prospettiva l’aggregazione con gruppi bancari di standing ovvero l’ingresso nel capitale di investitori professionali». Il piano prevede tra l’altro la razionalizzazione dei costi e della rete degli sportelli («conseguenti riflessi sull’organico saranno gestiti attraverso una politica di incentivazione all’uscita») nonché una progressiva dismissione delle partecipazioni non strategiche.