Cona, Rinaldi: «Attacco contro di me. Indagato? Non so nulla. Ospedale ottimo»

Il direttore uscente replica agli articoli di ieri e oggi: «In un paese civile non dovrebbe succedere» Poi la caccia alle ‘gole profonde’: «Verificherò se le notizie sono vere e da dove provengono»

Gabriele Rinaldi è stato direttore generale di Cona per quattro anni. Sabato il suo ultimo giorno a Ferrara

Gabriele Rinaldi è stato direttore generale di Cona per quattro anni. Sabato il suo ultimo giorno a Ferrara

Ferrara, 26 febbraio 2015 - Una nota di sedici righe dove si sottolinea la «strumentalizzazione di fatti privi di particolare rilievo al solo fine di screditare l’immagine del sottoscritto». Così il direttore uscente dell’Azienda ospedaliera Gabriele Rinaldi (dopo quattro anni, il suo mandato termina sabato) dopo le notizie pubblicate in merito all’inchiesta sui costi dei servizi non sanitari di Cona dove, tra gli indagati, c’è anche il suo nome. «Leggo anche oggi notizie relative a nuove ipotesi di reato asseritamente formulate a mio carico dalla Procura della Repubblica di Ferrara. La cosa continua a stupirmi in quanto mai ho ricevuto comunicazione alcuna da parte dell’organo giudiziario di quanto, invece, leggo pressoché quotidianamente sui giornali». Poi l’aggiunta: «Ora, a prescindere dal fatto che, in un paese che vuol dirsi civile, ciò non dovrebbe mai accadere per principio, la mia impressione è che, nel caso di specie, si tratti di un deliberato attacco alla mia persona».

Via con l’affondo: «Ho già dato mandato, pertanto, di verificare, innanzitutto, se le notizie riportate dalla stampa siano vere e, in ogni caso, per accertare chi e per quale motivo ha divulgato informazioni che, per il codice di procedura penale, anche se fossero vere, dovrebbero essere coperte dal segreto istruttorio». Infine la difesa a spada tratta dell’ospedale di Cona (domenica il blitz dei 5 Stelle nel cunicolo servizi) e l’accusa a chi lo vorrebbe screditare: «La sensazione, purtroppo, è che, come in altri casi, si cerchi di strumentalizzare fatti privi di particolare rilievo al solo fine di screditare l’immagine del sottoscritto e, ancor peggio, dell’ottimo ospedale di Ferrara che, più che dall’acqua, è rovinato dal fango che, ciclicamente, gli viene riversato addosso da chi ha più a cuore il proprio tornaconto personale che quello della collettività».