Ferrara, bulli aggrediscono disabile. Il capotreno: "Per quei tre pene esemplari"

Parla l'uomo che lo ha difeso: "Mi gridava ho paura, ho paura. Mai vista una cosa del genere"

La stazione teatro dell'aggressione (Businesspress)

La stazione teatro dell'aggressione (Businesspress)

Ferrara, 24 gennaio 2018 - «In tanti anni di lavoro, mai avevo visto una cosa del genere». Si dice ancora incredulo per l’increscioso episodio di lunedì, il capotreno intervenuto per difendere il ragazzo disabile preda dell’inciviltà dei bulli. «Ma non chiamiamoli atti di bullismo, per carità. Questi sono atti delinquenziali veri e propri...».

Ripartiamo dall’inizio: chi è stato ad avvertirla?

«Eravamo quasi alla stazione di Ferrara quando mi ha raggiunto una viaggiatrice dicendomi che tre ragazzini aveva aggredito verbalmente un giovane disabile».

In quel momento lei dove si trovava?

«Davanti, in cabina di guida come da regolamento».

E il giovane?

«La prima volta che l’ho visto, sedeva davanti, proprio accanto alla porta, a pochissima distanza da me».

Ed era appena arrivato?

«Presumo di sì, anche se materialmente io l’ho visto già seduto in quel posto. Ricordo che quel ragazzo era molto impaurito. Era salito sul treno alcune stazioni prima».

A quel punto lei si è avvicinato per poterlo aiutare...

«Esattamente. Mi ripeteva che aveva paura, così ho cercato di tranquillizzarlo dicendogli di non muoversi dal suo posto, che nessuno gli avrebbe mai fatto del male e che all’arrivo a Ferrara sarebbero saliti gli agenti della Polfer e avrebbero sistemato tutto».

In questo tempo, si era mai accorto dei suoi aggressori?

«Li ho visti salire da tre stazioni diverse, poi passeggiare per il corridoio del treno insieme. Ma questo prima di essere informato dell’aggressione».

Il treno quanti danni ha subìto?

«Diversi: hanno svuotato un estintore, rotto una porta, dato calci ai sedili così tanto per distruggere e danneggiare. Ma non è la prima volta...».

Sono tanti i casi del genere?

«Di aggressioni su un giovane con disabilità, era la prima volta. Ci sono stati altri episodi di bullismo, ma soprattutto danni agli oggetti, al treno. Sfortunatamente tante volte chi danneggia riesce a scappare».

Quindi la vigliacca reazione dei tre contro il vagone, non è stata a seguito del suo intervento nei loro confronti?

«Non so se hanno saputo che avevo chiamato la Polfer. Io posso solamente dire che quel giovane era in difficoltà e io ho fatto semplicemente il mio dovere di capotreno e di persona».

Arrivati alla stazione di Ferrara, entrano gli agenti e identificano gli autori dello scempio. Qual è stata la loro reazione?

«Vuole la verità?».

Certo...

«Impassibili, faccia di bronzo, come se non fosse accaduto nulla. Servirebbe più educazione e punizioni esemplari».

Come quella richiesta dal padre della vittima?

«Sono assolutamente concorde con lui. Mandiamoli in un ospedale o in un istituto apposito che si occupa di persone disabili. Facciamoli restare lì qualche giorno in modo da farli ragionare e mostrargli cosa vuol dire».

E con i danneggiamenti al treno?

«Avrei una soluzione anche per questo: vengano a ripulire e a sistemare la loro vergogna».