Igor, ad Argenta una quercia in ricordo di Valerio Verri

Alla cerimonia era presenta anche Marco Ravaglia, l'agente che era con Verri la sera dell'8 aprile

La piantumazione della quercia dedicata a Verri (foto BusinessPress)

La piantumazione della quercia dedicata a Verri (foto BusinessPress)

Ferrara, 20 novembre 2017 - Ci sono tutti al ricordo di Valerio Verri nel parchetto del Museo delle Valli di Argenta. «Legambiente e la comunità argentana – recita una targa ai piedi del giovane albero piantumato – posero questa quercia in memoria di Valerio, ucciso l’8 aprile 2017 durante un servizio di volontariato».

Ci sono i figli della guardia ecologica ammazzata da Norbert Feher (alias Igor Vaclavic) e sempre al loro fianco c’è Donata Bergamini, la sorella del calciatore ucciso in Calabria; ci sono i sindaci di Argenta e Portomaggiore, poi tanti amici, conoscenti o semplicemente curiosi.

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C’è anche chi, quel maledetto 8 aprile, era accanto a Verri e porta ancora evidenti i segni delle quattro pallottole che lo hanno colpito: Marco Ravaglia, l’agente della Provinciale. Il braccio destro legato al collo, l’inseparabile marsupio, occhiali da sole. «Ci tenevo molto ad esserci per ricordare Valerio», dice a un cronista. Poi la camminata verso Francesca ed Emanuele. Gli sguardi che si incrociano velocemente, una stretta di mano tra silenzi imbarazzati e tensione a mille.

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«Da sette mesi – dirà poi Emanuele – non si è fatto vivo nè personalmente, nemmeno con un telegramma. La sua presenza qui oggi? Mi è scivolata». Poi è la volta di Francesca: «Sono convinta che se voleva parlare con noi, l’avrebbe fatto in altri modi e non tramite un’intervista sul giornale. In questi sette mesi siamo andati noi da lui quando era in ospedale, non lui da noi. Se Marco vuole dirci qualcosa, sa esattamente dove trovarci».

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Il discorso poi si sposta sull’inchiesta relativa alle presunte mancate comunicazioni e alla fissazione dell’udienza per l’opposizione all’archiviazione: «Eravamo rimasti molto male – riprende Emanuele – dopo la decisione della procura (che ha chiesto l’archiviazione, ndr) perché dal nostro punto di vista i presupposti per andare avanti c’erano. Ora quest’udienza vuole dire che qualcosa si sta muovendo e le persone che hanno responsabilità in quello che è successo a nostro padre devono venire fuori». «Il nostro obiettivo – aggiunge Francesca – è capire chi non lo ha tutelato prima, dopo o durante e andremo avanti fino a quando non ci saremo riusciti».

Nel parco di via Cardinala, dove fino a qualche mese fa c’erano militari in ogni angolo per dare la caccia a Feher, da ieri campeggia una giovane quercia. «Tutti coloro che hanno conosciuto Valerio – dice Noberto Bellotti di Legambiente –, non potranno mai dimenticarlo. Ha dedicato e sacrificato la sua vita per la natura e l’ambiente e credo che a lui oggi faccia immenso piacere essere ricordato con un albero. Spero che Valerio possa essere d’aiuto e di insegnamento per le persone, i ragazzi soprattutto, che dovranno riparare a tutti i danni che abbiamo fatto alla natura. Lui ha fatto tanto per il bene di questo territorio e non verrà mai dimenticato».

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Parole commosse anche dal comandante della Provinciale, Claudio Castagnoli: «Parliamo di una persona meravigliosa che aveva deciso di difendere fino in fondo il bene prezioso che è l’ambiente».