Igor, sospetti fin dal 2 aprile. "Analogie tra Budrio e Consandolo"

L’informativa dell’Arma: "Pericolo di reiterazione"

 Norbert Feher, alias Igor Vaclavic

Norbert Feher, alias Igor Vaclavic

Ferrara, 26 maggio 2017 - Due aprile 2017, il giorno dopo l’omicidio di Riccardina di Budrio. In una dettagliata informativa al pm Marco Forte, a firma di un maggiore dell’Arma di Bologna si chiede di intercettare i telefoni di Igor Vaclavic (intestato a un pluripregiudicato) e dei suoi due ex compagni dell’Arginone. E già in quell’occasione gli inquirenti hanno una quasi certezza: ovvero che chi ha ucciso Davide Fabbri, sarebbe la stessa persona che due giorni prima, il 30 marzo, ha sparato a Consandolo a un vigilante Securpol rubandogli la pistola.

«La descrizione fornita dalla guardia – scrive facendo emergere lo scambio di informazioni tra Ferrara e Bologna – e quella di Maria Sirica (moglie di Fabbri, ndr), sono pressoché sovrapponibili». Entrambi «parlano di un uomo corpulento con abbigliamento da caccia o mimetico». Poi più sotto: «Le analogie tra i due casi sono assolutamente significative di un altamente probabile identicità della matrice dei reati». E le indagini, già in quel momento, «hanno subito avanzato sospetti in direzione di Igor Vaclavic», definito «ex militare dell’Unione Sovietica».

Ma la vera identità di Igor ‘il russo’, ovvero quel Norbert Feher Ezechiele che spadroneggiava su Facebook, era nota già dall’estate 2016. Nel documento dell’Arma si ricorda che Igor era ricercato per tre rapine, per poi passare in rassegna colpi commessi nell’Argentano nel 2010, poco prima del suo arresto. Ed è curioso il maldestro tentativo registrato il 27 ottobre 2010 ai danni di una donna. Igor si presenta alle 19,15 con «giubbotto verdone scuro, casco integrale con visiera» e con in mano «un oggetto di colore marrone (un fucile, ndr) che mi puntava contro».

Stai ferma o sparo, grida chiedendo mille euro. Poi esclama: ah, sei una donna, allora ti faccio male. La scena prosegue qualche secondo, poi la vittima afferra un vaso di fiori per difendersi. E Igor, dopo un ultimo scambio di battute, «ha urlato al mio indirizzo ma vaffanculo e si è dato alla fuga». In chiusura dell’informativa, viene infine ricordata la pericolosità del soggetto, «ricercato anche dalle autorità serbe sotto l’alias di Norbert Feher», sottolineando «il concreto pericolo di reiterazione e l’esistenza di un quadro di gravità indiziaria nei suoi confronti». L’8 aprile nel Mezzano ucciderà ancora.

Ecco dove può nascondersi Igor-Norbert

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