VALERIO FRANZONI
Cronaca

Massacrate in casa dai banditi: ritrovati i gioielli rubati

Da un Compro oro del Bolognese. Ancora gravissima la pensionata

Investigatori al lavoro

Investigatori al lavoro

Renazzo (Ferrara), 11 novembre 2015 - C’è tanta apprensione a Renazzo per il destino di Cloe Govoni, l’84enne che assieme alla nuora Maria Humeniuc è stata vittima di una violenta aggressione, nella casa di via Lunga a Renazzo, venerdì ad opera di due giovani romeni (Florin Grumeza e Leonard Veissel) ora in carcere. Mentre le condizioni di Maria fanno ben sperare, quelle di Cloe rimangono molto critiche, seppur stabili. Ma la preoccupazione della cittadinanza, dopo quanto accaduto, è rivolta anche al tema della sicurezza. Lo hanno testimoniato le telecamere delle reti televisive nazionali che in questi giorni stanno facendo tappa nel paese per raccogliere impressioni, pensieri, testimonianze della gente su un caso che ha scosso profondamente la comunità.

In piazza Lamborghini era presente, ieri mattina, una troupe del programma ‘Mattino 5’, condotto da Federica Panicucci e Federico Novella. Al microfono dalla giornalista Claudia Vanni, oltre ad alcuni cittadini, c’era il parroco renazzese don Ivo Cevenini che nei giorni scorsi aveva usato parole pesanti nei confronti degli autori di un atto vile e violento, che lui stesso ha definito «bestie». Un epiteto che il sacerdote non si è assolutamente rimangiato e alla domanda della corrispondente sul concedere o meno il perdono ai due malviventi, don Ivo non si è tirato indietro: «Non ci può essere perdono senza giustizia». Una frase che ha scatenato la replica da parte del direttore de’ ‘Le cronache del Garantista’ Piero Sansonetti, che ha redarguito il don: «Un parroco che dice ‘sono bestie’ mi fa paura. Ha detto una sciocchezza».

Dichiarazione, questa, che ha avuto immediata risposta da parte di don Ivo: «Quali altre parole si possono usare davanti ad una simile crudeltà?». Il sacerdote ha fatto i propri auguri a Cloe e Maria, nella speranza che possano riprendersi: «Conosco molto bene Cloe: dal ’63 al ’99 è stata docente alla scuola della parrocchia, prima di trasferirsi nella nuova sede. Tutti speriamo possa riprendersi».

Nel corso del collegamento è intervenuta anche una vicina di casa di Cloe e Maria, che ha espresso tutta la sua preoccupazione dopo quanto accaduto: «i miei figli non escono più nel giardino, perché hanno paura. Io e mio marito abbiamo già presentato richiesta per avere il porto d’armi, perché non ci sentiamo più sicuri», e questo è uno degli strascichi psicologici che ha lasciato questo drammatico episodio. La speranza di molti è che possa tornare un po’ di tranquillità, che aumenti il senso di sicurezza percepita: una tranquillità che, molto probabilmente, Cloe, suo figlio Andrea Ardizzoni e la nuora Maria non avranno più.

Intanto ieri i carabinieri hanno ritrovato nel Bologense i gioielli rubati nell’abitazione di via Lunga, venduti dai due arrestati ad un Compro oro. Gli inquirenti stanno cercando di fare chiarezza sulle modalità di acquisto da parte del gestore dell’attività e nelle prossime ore potrebbe arrivare importanti novità.