L'ombra del doping? Venti baby nuotatori denunciano la piscina

Il gestore dell’impianto adombrò il doping: «I ragazzi usano sostanze sconosciute...»

La querela depositata in procura è firmata dai genitori dei nuotatori, tutelati dall’avvocato Max Starni

La querela depositata in procura è firmata dai genitori dei nuotatori, tutelati dall’avvocato Max Starni

Forlì, 9 settembre 2017 - Un plico robusto e denso di fatti certificati e rimandi giuridici sta per innescare un’inchiesta in procura che rischia di agitare non solo le acque della piscina pubblica ma pure quelle di amministrazione e consiglio comunale.

Il dossier è in sostanza una querela contro la struttura di via Turati, che si articola in tre piani; il primo cita Maurizio Mancini, cesenate, amministratore unico di ‘Piscinae’ – l’associazione che governa l’impianto dove ogni giorno hanno accesso sia compagini sportive sia privati –, finito nel mirino di una ventina di baby nuotatori (a firmare la denuncia, i loro genitori), che si sono sentiti diffamati per una frase contenuta in uno scritto di Mancini stesso, spedito nel giugno scorso all’assessore allo Sport Sara Samorì e al dirigente Michele Pini: «In riferimento al reclamo del signor... dichiariamo che i livelli di cloro nelle vasche sono conformi alle tabelle del ministero...».

Attenzione: andiamo quindi all’antefatto che fa da grimaldello della trama. Il 31 maggio scorso una ragazzina di 14 anni della Gs Nuoto si sente male dopo un allenamento. Crisi respiratoria fortissima. La ragazzina non risce a parlare. Soffoca. Formicolio. Occhi arrossati. Viene portata in ospedale da un’ambulanza. Il referto arriva dopo poco: intossicazione da cloro attivo combinato. Sette giorni di prognosi. Il giorno dopo si ripetono un paio di malori. I genitori dei ragazzi ipotizzano a quel punto che i valori del cloro in acqua potrebbero non essere a norma. Ed ecco allora che arriva quella lettera di Mancini. Che a un certo punto, però, sostiene: «I malori? I ragazzi assumono sostanze sconosciute...». Apriti cielo. «Ma come, ci risponde definendoci dopati?» è la replica rabbiosa di ragazzi e genitori (che ricevono pure il sostegno della Federazione nuoto). Atleti e famiglie si rivolgono a un legale, Max Starni, che firmerà la querela per diffamazione contro Mancini.

Non solo. L’avvocato Starni tutela anche la ragazzina 14enne vittima del malore del 31 maggio, che innescò poi una striscia polemica in consiglio comunale tra esponenti dei 5Stelle e Pd; in questo caso si parla di lesioni personali, e per ora nel mirino c’è la società ‘Piscinae’. Il terzo piano della querela prende in esame un post sul profilo Facebook di Piscinae, che ricalca lo scritto di Mancini in cui si adombra il doping tra i baby atleti: querela, questa, contro ignoti. Mancini preferisce non parlare: «Lo farò nelle sedi adeguate». Nulla aggiunge l’avvocato Starni: «Piena fiducia nella magistratura». Tutti in vasca, la gara è appena iniziata.