GIULIA CIARLARIELLO
Cronaca

Imola, caos al concorso, i candidati chiamano la polizia

Ottocento candidati per 7 posti da educatori. "Alcuni hanno letto le domande prima". Ma la prova va avanti

Le tribune del PalaRuggi piene di candidati

Imola, 7 giugno 2017– «Un concorso vergognoso», «Una prova scorretta e imbarazzante», «È stato un dramma», «Chi ha gestito questo esame è davvero un branco di dilettanti». Sono queste le affermazioni che in molti hanno esclamato ieri, all’uscita del Pala Ruggi, dove nel pomeriggio si è svolta - non senza trambusto, intoppi e polemiche - la prova preselettiva del concorso per sette posti a tempo indeterminato da ‘Educatori di Nido d’infanzia’ nel Comune di Imola. Più di 800 i candidati che hanno preso parte a questa prima prova, che fino all’uscita dei risultati scelgono di rimanere nell’anonimato, ma non risparmiano lamentele per le modalità di svolgimento, minacciando una class action.

«Fra le tre prove disponibili e imbustate ne è stata scelta una. A quel punto sono state lette le domande e le risposte della prima busta esclusa (la seconda). Nel frattempo, però, un membro della commissione ha iniziato a distribuire alcune prove non imbustate», racconta una ragazza, «I primi che le hanno ricevute, quindi, hanno potuto leggere le domande, avvantaggiandosi rispetto agli altri, ma non solo: la cosa sconvolgente è che chiunque poteva fare foto, mandare messaggi o telefonare, data la mancanza di alcun tipo di personale adibito al controllo».

Diverse lamentele hanno obbligato il presidente di commissione ad interrompere la prova, ritirando tutto e chiamando polizia e carabinieri. «Sono arrivati i vigili e la polizia, che hanno registrato i nostri verbali e annullato tutto, ma essendoci ancora la terza busta disponibile, hanno scelto di utilizzare quella per la prova, che è iniziata alle 17.40», racconta un ragazzo. Il disagio trasporti: «Molti di noi hanno perso il treno per tornare a casa e altri, per prenderlo, hanno rinunciato all’esame».

La presidente di commissione, Anna Giordano, è dispiaciuta per chi ha dovuto rinunciare a causa delle due ore di ritardo nell’avvio della prova, ma conferma la regolarità della procedura: «Per una piccola incomprensione, la collega ha distribuito una decina di prove, che in pochissimi minuti sono state ritirate. Le domande erano lunghe e complesse e nessuno le avrebbe potute leggere tutte in così poco tempo. Un gruppo ristretto di candidati ha segnalato l’irregolarità, ma poi sono stati tutti d’accordo nella scelta di procedere, utilizzando le domande della terza busta chiusa. Le due ore di tempo sono servite ad imbustare le domande, poi consegnate ai candidati. La questione è stata ingigantita, anche perché non abbiamo visto nessuno utilizzare il cellulare».