VALENTINA REGGIANI e VINCENZO MALARA
Cronaca

“Centro profughi indecente”, il vescovo di Modena lo fa chiudere

Dopo il reportage del Carlino. E il prefetto manda gli ispettori

Centro profughi nel mirino

Centro profughi nel mirino

Modena, 11 gennaio 2017 - Ora c’è l’aut aut ufficiale firmato dal vescovo Erio Castellucci (e sostenuto con forza dalla Prefettura): entro quattro giorni la cooperativa L’Angolo (che con la Caleidos, a Modena, gestisce tutti profughi) dovrà liberare la struttura della Madonna del Murazzo, storico santuario Mariano alle porte di Modena, trasferendo gli oltre cinquanta migranti ospitati all’interno in ambienti «non idonei».

Dopo il reportage del Carlino nel centro di prima accoglienza e la ferma presa di posizione della Curia che, senza mezzi termini, ha confermato quanto descritto sulle nostre pagine, ovvero una situazione nell’edificio «indecente, senza rispetto per la dignità delle persone», il Vescovo ha firmato lo sfratto, tanto che i responsabili della coop hanno iniziato ieri a spostare gli ospiti in altre strutture.

Non solo: sul posto si sono recati anche gli ispettori della Prefettura, per effettuare un sopralluogo volto a verificare le condizioni igienico sanitarie dello stabile. E chissà che fine avrebbe fatto l’ex convento e per quanto tempo gli stranieri avrebbero continuato a vivere stipati in stanze di 15 mq e al freddo se non fosse venuto a galla il reale stato delle cose: sovraffollamento, assenza di riscaldamento, muffa sui muri, pochi operatori e soldi percepiti dalla coop per organizzare iniziative (come i corsi di italiano) mai fatte.

Attorno alle storiche mura di via San Cataldo, infatti, da mesi era calato il silenzio anche se il prefetto Maria Patrizia Paba assicura ora, dopo le pesanti denunce pubbliche della Curia, che gli ispettori erano stati «diverse volte a san Cataldo ed effettivamente avevano rilevato un sovraffollamento», come del resto aveva verbalizzato anche l’Ausl. Ma tutti gli inviti alla coop L’Angolo per alleggerire il numero di ospiti nella struttura erano caduti nel vuoto. Lo stesso sindaco Gian Carlo Muzzarelli aveva smorzato le criticità («non è un albergo ma è una struttura dignitosa») per poi fare parzialmente dietrofront spiegando di «non avere mai negato i problemi» ma di essersi «limitato a raccontare quello che ho visto, con poche parole e qualche foto».

Lunedì mattina quando la Curia è uscita allo scoperto confermando il degrado e «l’indecenza della situazione», sottolineando «l’inosservanza da parte della coop l’Angolo degli accordi e degli impegni assunti, c’è stata l’attesa svolta. E ieri, tra ispettori, controlli e operatori indaffarati, è cominciata la smobilitazione del centro.

«Se abbiamo fatto qualche errore? Probabilmente sì – ammette il responsabile dell’accoglienza della cooperativa, Gianluca Ruberto – ma il trattamento che ci è stato riservato in questi giorni è stato ingiusto nei modi e nei tempi. Ci siamo complicati la vita, è vero! Quando accoglievamo nuovi stranieri perché ce lo chiedeva la Prefettura dovevamo essere più celeri nel trovare altre collocazioni». E il degrado e il sovraffollamento ravvisato dal vescovo in persona? «La scorsa estate siamo entrati in una struttura chiusa da tre anni che non era in condizioni ottimali. Abbiamo fatto il possibile per tenerla in ordine – dice Ruberto – ma è assurdo che adesso si contesti il modo in cui lavoriamo. Faremo sempre il massimo per i circa 240 ragazzi che accogliamo in provincia e nessuno di loro si è mai lamentato. Con i famosi 32 euro a persona paghiamo i pasti, gli alloggi e tutti i servizi collaterali. Inoltre abbiamo più volte offerto al vescovo di pagare un canone, ma si è sempre rifiutato».