’Ndrangheta, fermato a Modena il presunto reggente in Emilia / VIDEO

Carmine Sarcone avrebbe agito per conto dei fratelli Nicolino e Gianluigi, arrestati nel 2015 nell’operazione ’Aemilia’

’ndrangheta, controlli al maxi processo ’Aemilia’ a Reggio Emilia (Foto Artioli)

’ndrangheta, controlli al maxi processo ’Aemilia’ a Reggio Emilia (Foto Artioli)

Bologna, 23 gennaio 2018 - I carabinieri di Modena hanno fermato il nuovo presunto reggente della ‘ndrangheta emiliana: Carmine Sarcone, 39 anni, indagato per associazione mafiosa, fratello di Nicolino e Gianluigi Sarcone, entrambi arrestati nell’operazione ‘Aemilia’ del 2015. Il primo, condannato a 15 anni, era ritenuto il capo dell’organizzazione autonoma emiliana, collegata alla cosca Grande Aracri di Cutro dove è stato eseguito questo fermo di indiziato di delitto, il primo emesso dalla Dda di Bologna per questo reato. Decine le perquisizioni.

Le indagini del procuratore distrettuale Giuseppe Amato e dei pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi hanno consentito di trovare riscontri alle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, tra cui Antonio Valerio, Giuseppe Giglio e Salvatore Muto, e di valorizzare gli esiti di attività pregresse, facendo emergere il ruolo che sarebbe stato assunto dal fermato nel sodalizio criminale.

Sono state dimostrate la gestione diretta dell’attività e del patrimonio illecito, la partecipazione alle riunioni tra gli esponenti della consorteria, durante le quali, secondo le indagini, erano pianificati i crimini della cosca e venivano prese le decisioni per mantenerla e rafforzarla. Carmine avrebbe avuto il ruolo di rappresentante dei fratelli detenuti, con compiti direttivi e di dirimere i contrasti interni alla struttura. Sono emersi inoltre continui scambi di informazioni tra esponenti detenuti e in libertà, attraverso colloqui in carcere.

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L’attività investigativa ha raccolto anche elementi indiziari su condotte di Sarcone durante il processo ‘Aemilia’ in corso davanti al tribunale di Reggio Emilia, per indottrinare e minacciare alcuni testimoni.

I militari dei comandi provinciali di Modena, Piacenza e Crotone stanno eseguendo decine di perquisizioni in diverse province, per cercare armi nella disponibilità della cosca: cento i carabinieri impegnati, con unità cinofile.