Murales sulla parete dell’ospedale. "Mi aiuterà a battere il cancro"

Ravenna, l’idea di una paziente: "Bellissimo, lo vedo dalla finestra"

Il muro di fronte al reparto di oncologia di Ravenna prima dell’intervento (Corelli)

Il muro di fronte al reparto di oncologia di Ravenna prima dell’intervento (Corelli)

Ravenna, 1° luglio 2016 - Dove fino a poche settimane fa c’era un muro grigio, adesso si vede un paesaggio marittimo. E per chi lo guarda dalle finestre di un reparto di oncologia, la differenza è enorme. L’idea di Antonella Petrarolo, paziente oncologica a Ravenna, è diventata realtà grazie all’artista Mirko Dadich e al contributo economico dell’Istituto oncologico romagnolo: il muro della palazzina di radioterapia, proprio di fronte alle finestre di tre stanze dell’ospedale nelle quali vengono ricoverati i pazienti in cura per malattie oncologiche, è diventato la tela per una grande opera d’arte (FOTO).

L’idea è nata lo scorso marzo, ed è stata lanciata attraverso le pagine del nostro giornale. Molto presto, il mondo dell’arte di strada locale si è mosso, e Mirko Dadich – trentenne, già noto per altri progetti che hanno abbellito zone poco attraenti della città – ha dato la sua disponibilità a realizzare l’opera, gratuitamente. Il materiale è stato fornito dallo Ior, l’Istituto oncologico romagnolo, cooperativa di volontariato che supporta le strutture sanitarie pubbliche nella lotta contro il cancro. La Ausl ha verificato la fattibilità del progetto, anche dal punto di vista igienico-sanitario, e ha subito dato il via libera.

Così, nel giro di qualche mese, il lavoro di Dadich ha preso forma: un orizzonte marino incorniciato da pini marittimi, come quelli della costa ravennate. «In un momento storico nel quale si alzano muri per allontanare i migranti, io a questo muro mi aggrappo fortissimo, e sono convinta che mi aiuterà a superare la mia malattia», aveva spiegato Antonella. Che ora – infaticabile nonostante le cure pesanti – esulta: «Sono contentissima, emozionata. Veder lavorare Mirko è stato straordinario: ha lavorato da terra, con pennelli montati su un lunghissimo bastone».

Alle spese hanno contribuito, tra gli altri, Claudia e Nadia Savoia, in memoria della loro congiunta Patrizia Savoia, morta di tumore. Il suo nome è stato inciso sulla corteccia di un albero, di fronte al murale. «A Claudia e Nadia, come ad Antonella e a Mirko, va il nostro ringraziamento – dice Mario Pretolani, consigliere dell’Istituto oncologico romagnolo –. Iniziative come questa rispondono a uno dei nostri obiettivi fondamentali: far stare bene i pazienti».

La notizia segue quella di Torino, dove una donna di 42 anni affetta da tumore si è vista negare dal tribunale per i minorenni del capoluogo piemontese l’adozione di un bambino perché considerata troppo grave per occuparsene, mentre l’Inps le revocava i permessi dal lavoro previsti dalla legge 104 in quanto la sua salute non sarebbe stata così compromessa.