"Abbiamo effettuato tre soccorsi, nell’ultimo intervento la barca in pericolo era seguita da un mezzo non identificato libico che, non appena il team di soccorritori si è avvicinato, si è allontanato e non ha interferito con le operazioni di soccorso. Ora stiamo navigando verso il porto assegnatoci di Ancona, dove arriveremo il 30 agosto". A raccontarlo è Jonathan Naní la Terra, Sar team leader della Life Support, la nave di ricerca e soccorso di Emergency, che ha portato in salvo 158 naufraghi, tra cui 14 donne, 8 minori non accompagnati e altrettanti accompagnati. Arrivano da Bangladesh, Egitto, Libano, Nigeria, Siria e territori palestinesi, "sconvolti da guerre, violenze, instabilità politica ed economica", spiegano dall’ong.
"Prima dell’alba abbiamo effettuato due operazioni di soccorso di barche in difficoltà in acque internazionali della zona Sar libica – spiega Anabel Montes Mier, capomissione della Life Support – In entrambi i casi le imbarcazioni in difficoltà erano in vetroresina, di pochi metri e le persone che erano a bordo non avevano i salvagenti. Poco prima di mezzogiorno abbiamo effettuato anche un terzo intervento di soccorso di un’altra piccola imbarcazione inadatta ad affrontare la traversata del Mediterraneo".
"Le condizioni generali della maggior parte delle 158 persone soccorse sono buone – spiega Roberto Maccaroni, responsabile sanitario della Life Support – ma due di loro hanno presentato difficoltà respiratorie legate a una probabile intossicazione da inalazione di carburante. Li abbiamo monitorati con attenzione e abbiamo rilevato un livello di saturazione di ossigeno nel sangue basso, quindi abbiamo iniziato il trattamento con liquidi e ossigeno ad alti flussi. Purtroppo il livello di saturazione di ossigeno è rimasto ancora sotto la norma e per questo abbiamo chiesto alle autorità l’evacuazione medica di entrambi questi pazienti. Evacuazione che è stata effettuata tramite elicottero della Guardia Costiera".